Economia

Federmeccanica, i dati flop: “Ma no a riconversione bellica”

di Cristiana Flaminio -


Il 2024 è stato l’anno nero dell’industria pesante italiana: arrivano i dati di Federmeccanica e non c’è una buona notizia nemmeno a cercarla con lanternino. I numeri diffusi dall’organizzazione sono davvero pesanti: la produzione annuale è scesa del 4,2%, trascinata al ribasso dall’ultimo trimestre dello scorso anno quando è sprofondata del 5,6%. L’export s’è ridotto del 3,8% a causa del tonfo delle esportazioni verso la Germania (-10,4%) e soprattutto verso gli Stati Uniti (-11,4%). È andata peggio che agli altri all’automotive che ha registrato il crollo di almeno un quinto della produzione registrata nel 2023 (-21,9%). Ma poiché, come dice il saggio, le disgrazie non vengono mai sole adesso, sul settore, incombe la spada di Damocle dei dazi americani. Che potrebbe tradursi in un’ulteriore perdita produttiva e di export stimata in un range tra lo 0,2 e lo 0,3 per cento. Inoltre il settore è agitato dalla vicenda legata al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro che tiene divisi, e in stato di tensione, industriali e sindacati da molti mesi. Secondo Federmeccanica la crisi non si risolve con uno schiocco di dita. E nemmeno convertendo la produzione civile in bellica: “Non è facile entrarci, gli spazi sono quelli che sono” ha dichiarato il presidente Federico Visentin: “Convertire l’industria dell’auto in industria bellica. Non è una cosa che si fa dall’oggi al domani. Lo spazio che verrà lasciato all’industria italiana ed europea è tutto da vedere. Noi siamo estremamente perplessi e preoccupati”.


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