Economia

Federpetroli avvisa l’Ue: “Con nuove sanzioni all’Iran rischiamo crisi energetica”

di Cristiana Flaminio -


Secondo Federpetroli, se l’Europa applicasse nuove sanzioni all’Iran rischierebbe di trovarsi di fronte a una nuova crisi energetica. Parole e musica di Michele Marsiglia, presidente dell’organizzazione, che intervistato da LaPresse, ha sconsigliato alla Commissione e ai leader europei di procedere con nuove chiusure economiche e commerciali nei confronti di Teheran. La posta in gioco è alta, altissima. E un nuovo choc energetico potrebbe rivelarsi esiziale per l’economia e il futuro del vecchio Continente.

Marsiglia ha spiegato: “Se saranno applicate ulteriori sanzioni all’Iran, sia in campo militare, sia principalmente nella limitazione dell’esportazione di greggio, verranno a mancare sul mercato circa 1,2 milioni di barili al giorno, che, su scala mondiale, non sono pochi e, nel contempo sarà compromesso l’export iraniano con possibili ricadute su prezzi del greggio e il pericolo di una crisi energetica europea, come vissuta con la Russia. Ma questa volta parliamo di petrolio e non di gas”.

Ma non è solo una questione di approvvigionamenti oppure, per banalizzarla, di perdere un altro fornitore. “L’Iran- ha proseguito il presidente Federpetroli Marsiglia – oggi ha ripreso una positiva produzione petrolifera, grazie all’esenzione dai tagli produttivi Opec insieme al Venezuela, altro Paese con minaccia di sanzioni Usa”. E ha aggiunto: “Focus su G7 di Capri e su Washington. Massima attenzione all’escalation in Medio Oriente: anche un piccolo passo da parte di un paese interessato dal conflitto potrebbe stravolgere in poche ore i mercati petroliferi internazionali con conseguenze sui prezzi dei carburanti e dei prodotti raffinati esteri”. E già la benzina, nelle scorse settimane, ha fatto registrare rincari come non se ne vedevano da sei mesi.

Insomma, un’altra guerra potrebbe innescare un’altra crisi energetica. E a pagarla, ancora una volta, sarebbero le famiglie e i consumatori alle prese con ulteriori rincari e con l’ennesima infiammata del carovita dalla quale, tra politiche monetarie rigide e contrazioni dei consumi, ancora non siamo usciti fuori del tutto.


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