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Ferrero compra WK Kellogg per 3 miliardi e cresce in Nord America

di Angelo Vitale -

Giovanni Ferrero


Ferrero è vicina a concludere l’acquisizione di WK Kellogg, la divisione nordamericana dei cereali della storica Kellogg Company, per circa 3 miliardi di dollari. L’accordo rappresenta una delle operazioni più importanti nella storia del gruppo italiano di cui è presidente esecutivo Giovanni Ferrero, che ha affianco Lapo Civiletti quale ceo dal settembre 2023.

La storia di WK Kellogg

WK Kellogg è nata nel 2023 dallo spin-off dei cereali nordamericani di Kellogg e possiede marchi iconici come Corn Flakes, Froot Loops, Frosted Flakes, Special K, Crispix e Rice Krispies. Ha avuto un fatturato di circa 2,7 miliardi di dollari nel 2024, in lieve calo rispetto all’anno precedente, una capitalizzazione di mercato di circa 1,5 miliardi e debiti per circa 500 milioni.

Ferrero fa spesa in Nord America

L’acquisizione consentirebbe a Ferrero, già terzo produttore mondiale di prodotti dolciari con 18,4 miliardi di euro di ricavi nel 2024, di rafforzare la sua presenza nel mercato nordamericano, ampliando la sua offerta nel segmento della prima colazione, dopo aver già acquisito Wells Enterprises (gelati) e il business del cioccolato Nestlé negli Usa.

La strategia di Ferrero in un mercato che cambia

L’operazione è vista come una mossa strategica per consolidare la posizione di Ferrero in un mercato altamente competitivo e in evoluzione, caratterizzato da cambiamenti nelle abitudini dei consumatori e da una crescente attenzione alla salute e alla qualità degli ingredienti. WK Kellogg è stata per esempio recentemente criticata per l’uso di coloranti artificiali.

Snack e cereali, è sfida aperta

L’acquisizione di WK Kellogg si inserisce in un contesto di consolidamento nel settore degli snack e cereali, dove anche altri grandi gruppi come PepsiCo e Hershey stanno effettuando acquisizioni strategiche.

La fusione transatlantica unirebbe due storici gruppi alimentari, con Ferrero che mantiene la sua identità familiare e strategia di controllo, evitando la quotazione in Borsa.


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