Fiducia, etica e successo: chi c’è nella top 10 Merco della reputazione aziendale
Parla Massimo Micucci, responsabile Merco Italia: "Reputazione un ruolo primario per le imprese"
Nella terza edizione del Merco Imprese Italia, Ferrari conquista il primo posto nella classifica delle aziende con la migliore reputazione, seguita da Ferrero in seconda posizione e Barilla al terzo posto.
La classifica di Merco sulla reputazione delle anziende: i numeri
Merco è un Corporate Reputation Business Monitor, strumento di valutazione reputazionale lanciato nel 1999, che si avvale di una metodologia multistakeholder composta da 27 valutazioni, e oggi uno dei monitor di riferimento a livello mondiale, presente in 20 paesi, da Europa al Sudamerica, passando per gli States. L’evento di presentazione dei dati si è tenuto recentemente presso l’Associazione della Stampa Estera a Palazzo Grazioli, organizzato in collaborazione con Open Gate Italia e diretto dal responsabile di Merco Italia, Massimo Micucci, e dal direttore corporate di Merco, Antonio Lechón.
Questa terza edizione ha contato in totale 2.545 interviste con la partecipazione di 333 manager esecutivi, 86 esperti dell’ambito economico, 70 esperti dell’ambito sociale e 46 esperti di altri settori. Inoltre, ha visto la partecipazione di 2.000 consumatori (Merco Società). A queste valutazioni si aggiunge anche un’analisi della reputazione digitale delle aziende (Merco Digital), con 352.614 menzioni online in collaborazione con Nethodology. Da notare come il rispetto della metodologia stabilita da Merco per l’elaborazione del ranking è stato oggetto di revisione indipendente da parte di KPMG.
Ma quali sono le altre imprese presenti in classifica?
La top ten è completata da Luxottica (quarto posto), Intesa Sanpaolo, Apple, Lavazza, Ikea, Lego e Lamborghini. Inoltre, nella terza edizione, i nuovi ingressi nella Top 100 sono rappresentati da Amazon (19esimo posto), Fineco Bank (23esimo), Brembo (42), Leroy Merlin (44), Bper (62), Ebay (67), Mediobanca (68), De Longhi (73), Sorgenia (75), Dhl (77), Banco Bpm (78), Zalando (80), Hera (85), Trenitalia (89), Cirio (90), Engie (94), Acciaierie d’Italia (98), Diasorin (99) e Iper Montebello (100).
Intervista a Massimo Micucci (Merco Italia)
La reputazione aziendale è l’immagine complessiva che clienti, partner, dipendenti e opinione pubblica hanno di un’impresa. Non riguarda solo la qualità dei prodotti o servizi, ma anche l’etica, la trasparenza, la sostenibilità, l’affidabilità e la coerenza nel tempo. Per una grande impresa e come dimostra l’indagine Merco Imprese Italia, la reputazione diventa dunque un asset strategico. Una buona reputazione rafforza la fiducia del mercato, attrae nuovi clienti e talenti, favorisce le relazioni con investitori e stakeholder, e protegge l’azienda nelle crisi. Al contrario, una reputazione compromessa può causare gravi danni economici e d’immagine. In termini di marketing, una reputazione positiva può ridurre i costi di acquisizione clienti, migliorare il passaparola, rafforzare il brand e consentire di posizionarsi in modo più autorevole rispetto alla concorrenza. Oggi, in un contesto dominato da trasparenza e condivisione online, gestire e valorizzare la reputazione è diventato imprescindibile.
A confermare questo trend è Massimo Mucucci, responsabile Merco Italia: “Allo stato attuale la reputazione è un fattore determinante per il successo e la tenuta di una azienda, un asset che definirei fondamentale. È un aspetto – sottolinea Micucci a L’identità – che non nasce dall’oggi al domani, ma ha una costruzione lunga: non a caso, ci sono aziende che hanno attraversato e superato crisi molto importanti, avendo la capacità storica di mantenere il dialogo e la credibilità con gli stakeholder: in queste situazioni detenere una buona reputazione ha un ruolo primario per le imprese”.
Quest’ultima come è cambiata negli ultimi venti anni in Italia? Sul tema Micucci è chiaro: “La reputazione è sempre esistita ma nelle ultime due decadi ha ottenuto uno sviluppo deciso e forte, diventando sempre più colonna portante, rilevante asset immateriale in tutte le scelte strategiche di numerose aziende”.
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