Esteri

Finlandia e Svezia pronte all’ingresso Nato

di Alberto Filippi -


Una dichiarazione congiunta attesa per questa settimana

Finlandia e Svezia sempre più vicine a entrare nella Nato. Entro questa settimana, dovrebbe arrivare una loro dichiarazione congiunta. Scelte quasi obbligate per i due governi, alle prese con un cambio di rotta radicale delle proprie popolazioni. In Finlandia, il 76% dei cittadini vuole entrare nella Alleanza atlantica, secondo il sondaggio di ieri commissionato dall’emittente YLE e condotto dalla società di ricerca Taloustutkimus. Prima della guerra, la percentuale di finlandesi propensi all’ingresso si attestava invece fra il 20 e il 30%. Un altro sondaggio della scorsa settimana aveva mostrato che anche la maggior parte dei parlamentari era a favore: 121 su 200 parlamentari, e solo 10 contrari.
Il 12 maggio il presidente finlandese Sauli Niinisto annuncerà la sua posizione personale sulla candidatura per l’adesione alla NATO. Molti analisti ipotizzano che la candidatura finlandese possa essere presentata entro il vertice della NATO di giugno.
Leggermente diversa è la situazione in Svezia, dove una maggioranza più bassa, ma comunque deI 57%, è a favore dell’ingresso nella Nato. Secondo il sondaggio di Demoskop e commissionato dal quotidiano Aftonbladet – di aprile, però – il 57% degli svedesi era per l’ingresso, in crescita rispetto al 51% di marzo. Gli svedesi contrari all’adesione sono scesi al 21% dal 24%, mentre gli indecisi sono scesi al 22% dal 25%. I socialdemocratici al potere in Svezia, tradizionalmente contro l’adesione, decideranno il 15 maggio se cambiare posizione o meno. Il partito è spaccato fra chi vuole mantenere la neutralità e chi preferisce aderire, ma la sensazione è che i pro Nauto possano prevalere.
Dubbi restano in merito al periodo di “scopertura” di Stoccolma e Helsinki rispetto all’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, quello che garantisce la difesa collettiva, giacché i due Paesi sarebbero vulnerabili alla eventuale reazione di Mosca, senza poter godere della protezione dell’Alleanza. Per questo motivo, oggi il premier britannico Boris Johnson è volato nelle due capitali per rassicurarle in merito alle misure che Londra potrebbe offrire, in qualità di leader della Jef, la Joint Expeditionary Force (Forza di spedizione congiunta), l’alleanza militare che unisce i Paesi nordici e baltici.
Sicuramente l’abbandono della neutralità di Svezia e Finlandia è un colpo per Mosca, intervenuta in Ucraina per impedire alla Nato di progredire verso i suoi confini e che, invece, rischia di ritrovarsi il confine finlandese, lungo 1340 chilometri, presidiato dalla Nato.
“Il nono allargamento della Nato dalla sua fondazione nel 1949 passerà alla storia come l’allargamento di Vladimir Putin. Senza l’attacco della Russia all’Ucraina non sarebbe successo”, ha scritto sul Financial Times l’ex premier Finlandese Alexander Stubb. Le opinioni prevalenti sostengono che l’allargamento potrà garantire l’integrità di questi Paesi. Ma ci sono voci contrarie. Deborah Solomon, della Società svedese per la pace e l’arbitrato, ha dichiarato alla Bbc che la deterrenza nucleare della Nato aumenta le tensioni e rischia una corsa agli armamenti con la Russia. Questo complica gli sforzi per la pace, sostiene l’esperta, e rende la Svezia un luogo meno sicuro.


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