Politica

Flop Casellati, si riaprono I giochi: “Ora un nome condiviso”

di Alessio Gallicola -


382 voti, 71 franchi tiratori nel centrodestra. L’esito della quinta votazione segna una linea di demarcazione tra la prima fase della corsa al Quirinale e un’inevitabile “fase 2” che si apre da oggi e che dovrà portare necessariamente ad un accordo tra centrosinistra e centrodestra per la scelta di un nome condiviso. L’opinione è quasi unanime e viene rilanciata da Ettore Rosato di Iv: “Il flop della Casellati impone di accelerare i tempi e di trovare la sintesi su un nome condiviso”.

Il centrosinistra si è astenuto e la spiegazione arriva da Giuseppe Conte: “Noi non partecipiamo a questi atti di forza, a queste conte sulle spalle delle cariche istituzionali. È la ragione per cui abbiamo deciso di astenerci: siamo qui presenti ma preferiamo non partecipare a questa forzatura istituzionale. Non è possibile candidare la seconda carica dello Stato senza previamente discutere, confrontarsi e condividere una tale candidatura”.

Tecnicamente la formula scelta da Letta, Conte e Speranza è “presente non votante”. Dal punto di vista pratico è un qualcosa in più rispetto a una semplice astensione. Infatti il grande elettore deve entrare in aula, ritirare la scheda e contestualmente dichiarare ad alta voce “astensione”. In questo modo, secondo una consolidata prassi della tattica parlamentare, la coalizione dà un segno tangibile di coesione su una scelta politica.

Sul fronte del centrodestra, Salvini stoppa ancora una volta la candidatura Draghi: “”Io spero che Mario Draghi continui a fare il premier, io non pongo veti a nessuno”, dice il leader della Lega, che chiarisce ulteriormente il concetto: “Il Colle e il governo sono due cose diverse, no a giochini”. E sul nome di Casini smentisce contatti con gli altri leader: “No, nessuno mi ha contattato, solo le cose che le leggo sui giornali, ma per me la comunicazione è un’altra cosa”. La situazione però potrebbe sbloccarsi in giornata: “Spero – auspica Salvini – che riusciremo a fare nel pomeriggio quello che non siamo riusciti in mattinata”.


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