Flotilla e la “corsia preferenziale” per i 4 parlamentari
Rientrati prima di tutti, si sarebbero potuti rifiutare di firmare la dichiarazione cui li obbligava Israele per tornare a casa
Il deputato Arturo Scotto e l'eurodeputata Annalisa Corrado accolti da Marta Bonafoni e Elly Schlein, all'arrivo all'aeroporto insieme agli altri parlamentari italiani, liberati dalle autorità di Israele, che facevano parte della Flotilla
Nella giornata in cui cento cortei in altrettante città hanno portato in piazza un milione di italiani nonostante la Commissione di garanzia avesse dichiarato illegittimo lo sciopero generale di Cgil e Ubs, le notizie si sono ieri affollate e intrecciate agli sviluppi finali della vicenda della Global Sumud Flotilla: “corsia preferenziale” per i 4 parlamentari delle opposizioni.
Flotilla, i 4 parlamentari delle opposizioni per primi a rientrare in Italia
Che finali poi non sono, visto che altre navi – undici partite da Catania e Otranto – contano di arrivare in tre giorni a Gaza.
Il marketing ha fatto la sua irruzione nella drammatica storia della guerra: l’utile della spesa dei negozi della catena Natura Sì interamente devoluto a Emergency per Gaza.
A segnare il preciso indirizzo di iniziative che hanno il governo italiano come obiettivo, perfino il piccolo particolare di una locandina per la quale nessuno ha protestato. A Forlì i canali social hanno chiamato alla mobilitazione “contro il genocidio” perfino le bande giovanili suburbane dei “maranza” dei quali finora non era nota alcuna connotazione politica ma solo il risultato di ciò che le loro violenze hanno lasciato nelle strade e ai danni delle persone.
Le due piazze
In piazza, quindi, non solo la solidarietà generalizzata degli italiani contrari a quanto Israele ha fatto nella Striscia dopo il 7 ottobre di due anni fa, ma pure il proposito del “Blocchiamo tutto”, accada quel che accada.
In questo scenario, su quelle barche fermate al largo di Gaza da un abbordaggio “illegale” delle forze armate israeliane, c’erano, tra centinaia di attivisti tutti trasferiti ad Ashod, quattro parlamentari italiani: Annalisa Corrado e Arturo Scotto del Pd, Marco Croatti dei 5 Stelle, Benedetta Scuderi dei Verdi.
Per loro, grazie a quanto concordato con l’Italia, Israele ha tracciato una corsia preferenziale mentre ad Ashdod alcuni degli attivisti arrestati hanno iniziato lo sciopero della fame.
Espulsi prima degli altri, imbarcati prima degli altri, Scotto e gli altri sono ritornati ieri in Italia “provati”. Se il proposito della missione – in parte raggiunto – era richiamare l’attenzione generale sulla tragedia di Gaza e la posizione dell’esecutivo sulla politica estera da loro aspramente contestata, quale migliore occasione di creare un “incidente diplomatico” avrebbe potuto loro suggerire di non firmare la dichiarazione di “ingresso illegale” che Israele ha loro obbligato?
“I palestinesi non esistono”
Avrebbero, certo, dovuto affrontare il carcere e un Tribunale speciale, ma il loro caso sarebbe divenuto ancora più clamoroso sulla scena internazionale. Scotto e gli altri non lo hanno fatto. Ha ragione Stefano Massini con il suo monologo-scandalo: “I palestinesi non esistono”.
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