Politica

Fontana bis, il prodotto non cambia. Bocciato il duo Covid Pregliasco-Gallera

di Eleonora Ciaffoloni -

ATTILIO FONTANA ELETTO PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA ©imagoeconomica


Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Così è stato per Attilio Fontana, rieletto governatore della Regione Lombardia dopo la vittoria del 2018. Eppure stavolta non è stata la Lega a portarlo sulla vetta delle preferenze come successe cinque anni fa, ma il partito di Giorgia Meloni che si è stabilizzato al primo posto come il più votato su tutto il territorio. E quindi per la proprietà commutativa tutto è tornato come prima, sicuramente per Attilio Fontana, ma non per gli eletti – soprattutto per i non rieletti – e per la giunta che sta per formarsi che sarà a trazione Fratelli d’Italia. Una giunta che non vedrà tra le sue file una grande esclusa, la candidata del Terzo Polo Letizia Moratti.

L’ex sindaco di Milano non solo non raggiunge il 10% delle preferenze (9,8%) ma da uscente Assessore al Welfare e alla Salute, si ritroverà con un pugno di sabbia. Per lei non ci sarà posto nel gruppo di lavoro della Regione: perché il partito della Presidente del Consiglio farà la parte del leone in consiglio regionale con 22 seggi, seguito a ruota dai 17 consiglieri dell’opposizione del Partito Democratico e dai 14 seggi della Lega, in netto calo – ma con efficiente scambio di FdI – rispetto al 2018. A suddividersi gli ultimi posti da consiglieri ci sono Forza Italia con 6 seggi, la lista civica di Fontana con 5 seggi, la lista civica Moratti con 4, e a chiudere Azione-Italia Viva e Movimento 5 Stelle con 3 seggi ciascuno.

E se il partito di Meloni è il più votato, il consigliere entrante in giunta che ha raggiunto il numero più alto di preferenze è invece – ma non troppo a sorpresa – del Partito Democratico. Si tratta del sindaco di Brescia Emilio Del Bono che ha ottenuto ben 35.761 preferenze nella circoscrizione della sua città. Insieme a lui, tantissimi voti (9.249) li ha raccolti a Milano il dem Paolo Romano che raggiungerà i compagni di partito Pietro Bussolati e Carmela Rozza, riconfermati. Tra le file dei vincitori del centrodestra, invece, a collezionare quasi 14mila voti (13.883) e segnare il record della coalizione è il presidente del Consiglio regionale uscente Alessandro Fermi, eletto con la Lega nella circoscrizione di Varese. Un piccolo record, sempre nelle file della maggioranza, lo segna Jacopo Dosio che viene eletto nel consiglio regionale tramite la lista civica “Fontana Presidente” con il minore numero di voti: 93.

E tra le grandi conferme e gli inaspettati ingressi, troviamo i volti noti della politica lombarda e nazionale che hanno conquistato con la maggioranza un posto nel consiglio: entra dalla porta principale il capolista di Fratelli d’Italia Vittorio Feltri. Il fondatore di Libero troverà anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, eletto con Noi Moderati – Rinascimento Sgarbi, ma che sembrerebbe voler lasciare il posto al primo escluso per non perdere la poltrona che ha conquistato al governo.
Menzione speciale anche per i grandi esclusi, che, come l’ex Assessore regionale al Welfare prendono il cucchiaio di legno rimanendo i primi tra i non eletti. È così che Giulio Gallera, l’assessore più famoso del periodo della Pandemia, non si risiederà accanto ad Attilio Fontana. Gallera, candidato nelle fila di Forza Italia è stata scalzato da Gianluca Comazzi, l’ex garante per gli animali del Comune di Milano. Addio Covid? Sembrerebbe proprio di sì: fuori dal consiglio regionale anche il virologo Fabrizio Pregliasco, candidato nella lista civica di Pierfrancesco Majorino. Per il medico però “La Lombardia ha perso un’occasione di cambiare in meglio” e tira una stilettata: “Col Covid eravamo eroi, ora siamo ingombranti”.

E di nomi ingombranti che rimangono fuori ci sono il direttore d’orchestra Alberto Veronesi (figlio dell’oncologo Umberto Veronesi) e il filosofo Stefano Zecchi: entrambi erano candidati con Fratelli d’Italia. Fuori per il Pd anche l’ex direttrice del carcere di Bollate, Cosima Buccoliero e Maso Notarianni, ex marito di Cecilia Strada.

E così chiusi i conti dei risultati definitivi, Fontana dovrà pensare alla formazione della Giunta. Difatti, all’indomani del voto il governatore ha detto ben chiaramente: “Questa settimana non ci sono per nessuno, dalla settimana ventura inizierò a parlare con gli alleati, poi penso che nel giro di due, massimo tre settimane, arriveremo a una soluzione”. Quello che sarà da tenere sotto osservazione sono gli equilibri della coalizione: probabilmente considerando i voti presi Fratelli d’Italia chiederà la vicepresidenza della Regione, puntando anche ai pezzi forti come le infrastrutture, la sanità e le attività produttive. Ora il voto li ha messi tutti insieme, vedremo se con le divisioni se la caveranno altrettanto bene.

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