Politica

Fontana oltre le previsioni trionfa con il 56% Fdi primo partito. La Lega di Salvini riparte

di Ivano Tolettini -

ATTILIO FONTANA ELETTO PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA ©imagoeconomica


Soffia sempre impetuoso il vento del centrodestra al Nord, ma crolla l’affluenza. Al Pirellone continua a comandare un leghista, ma il pallino adesso ce l’ha in mano Fratelli d’Italia. Una svolta storica nella patria del leghismo fondato da Umberto Bossi. Matteo Salvini non è più l’uomo forte della Lombardia, come lo era stato fino alle europee 2019, quando il suo partito poteva contare su un clamoroso 43,4% in regione. E dopo che alle regionali del 2018 aveva raggiunto il 30% in piena fase di spinta. La sua leadership viene ridimensionata. In cinque anni la Lega ha dimezzato i voti e una riflessione si imporrà in via Bellerio, con FdI che rivendicherà il giusto peso nella squadra di giunta, considerato che nel ’18 aveva un misero 3,6%. Un risultato impetuoso grazie al carisma di Giorgia Meloni, che scrive ancora nuove pagine della destra italiana di cui Salvini e Silvio Berlusconi, con Forza Italia al minimo storico, non sono più gli azionisti di riferimento. Gli azzurri rispetto a cinque anni fa hanno perso metà dei voti (erano al 14,3%). Così se “il debole” Attilio Fontana con un lusinghiero 56,26% (5731 sezioni su 9254) è riconfermato alla guida della più importante regione italiana, sconfiggendo in maniera netta il candidato Pierfrancesco Majorino del Pd alla guida della squadra di centrosinistra, con alleato il M5S, che si ferma attorno al 32,78%, rispetto alla precedente tornata del 2018 Fratelli d’Italia conosce un prodigioso balzo in avanti, diventando il principale partito della coalizione. Come alle politiche di cinque mesi fa, il partito della premier Giorgia Meloni fa man bassa di consensi, con il 25,86%, perdendo due punti a vantaggio del Carroccio rispetto al 25 settembre, ma totalizzando comunque più della Lega (17,2%) e Forza Italia (7,46%) messe insieme. Ne esce con le ossa rotte anche Letizia Moratti, che rompendo l’alleanza con il centrodestra e candidandosi con il Terzo Polo di Calenda e Renzi, ha raccolto meno del 10%. Un risultato assai deludente per l’ex vice di Fontana che si era candidata con ben altre aspettative, ma che non valutava che si è in presenza di una polarizzazione destra-sinistra sancita dalle politiche, che imporrà al centrosinistra per il futuro l’obbligo di costruire un cartello elettorale unito se vorrà competere con la corazzata avversaria.

ASTENSIONISMO

Nonostante tutti i leader, a cominciare dalla presidente del Consiglio, abbiano invitato il popolo a non disertare le urne perché la democrazia vuole la partecipazione, il vincitore delle regionali, anche in Lombardia, è stato l’astensionismo con quasi il 60%. Un dato storico, tenuto anche conto che nel 2018 le regionali erano state collegate alle politiche con l’election day e, pertanto, l’affluenza era stata del 73%. La provincia lombarda in cui si è votato di più è stata quella di Brescia con il 45,32%, mentre la maglia nera è stata Mantova con il 36,74%. A Milano ha votato il 41,53%.

MELONI

La premier Meloni non ha stravinto, come qualcuno ipotizzava in base ai sondaggi che sopravvalutavano il consenso al 30%, tuttavia può essere di sicuro soddisfatta, considerando da dove partiva Fdi. Anche nell’ottica del suo governo che esce dalle urne consolidato. “Complimenti ad Attilio Fontana e Francesco Rocca per la netta vittoria di queste elezioni regionali, sicura che entrambi daranno il massimo per onorare il voto e il mandato ricevuto dai cittadini di Lazio e Lombardia – scrive sui social Giorgia Meloni -. Un importante e significativo risultato che consolida la compattezza del centrodestra e rafforza il lavoro del Governo”.

SALVINI

Matteo Salvini fa buon viso a cattivo gioco. Certo, la sua Lega ha tenuto ed anzi rispetto al pessimo risultato delle politiche quando precipitò in regione al 14,3%, ha invertito il trend negativo guadagnando quasi tre punti in percentuali, ma il fatto stesso che il suo commento lo abbia consegnato a un video anziché confrontarsi con i giornalisti, la dice lunga del suo vero stato d’animo. Quello di un leader ferito che dovrà confrontarsi con la fronda interna. “Grazie ai lombardi che hanno riconfermato a furor di popolo il buon governo della Lega, del centrodestra e soprattutto di Attilio Fontana” afferma il segretario federale, le cui quotazioni anche a casa sua sono sempre in calo.

FONTANA

Raggiante per la riconferma Attilio Fontana, che per la gestione della pandemia era stato messo in discussione. “Il risultato è stato abbastanza chiaro ed ha ribadito la scelta dei cittadini lombardi a favore della mia persona e soprattutto a favore della proposta del centrodestra – spiega ai microfoni – È stata sicuramente una vittoria di squadra, portata avanti in maniera coesa, con determinazione. Una vittoria che ha toccato tutti i territori e il grande dialogo che si è avuto con tutte le componenti di questa grande regione. Una vittoria che premia la concretezza dell’attività portata avanti in questi anni”. Il governatore riconfermato aggiunge di essere soddisfatto del fatto che i cittadini abbiano compreso la nostra capacità di affrontare anche i momenti difficili e complicati, dando sempre una risposta che ha affondato le sue ragioni nel cercare di aiutare, di essere vicini alla gente e di dare delle risposte concrete”. Quanto al ruolo di FdI, il partito vincitore (seguito dal Pd col 21,1%), Fontana è diplomatico: “Non abbiamo ancora iniziato a discutere di questi problemi, lo faremo quando ci troveremo. Non abbiamo i voti concreti delle singole liste, quindi valuteremo a bocce ferme”. Ma è facile intuire che la trattativa per i posti in giunta non sarà in discesa. La Lega dovrà ridimensionare le proprie ambizioni.

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