Esteri

FORTEZZA CRIMEA

di Ernesto Ferrante -


Il tentativo dell’Ucraina di “riconquistare la Crimea” potrebbe dare il via ad un’escalation militare con l’utilizzo di “qualsiasi arma, comprese quelle nucleari”. Parola di Dmitry Medvedev. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ha affermato che “per quanto riguarda il tentativo di riconquistare la Crimea, è assolutamente chiaro che questo servirà come base per l’uso di tutti i mezzi di protezione, compresi quelli che fanno parte della dottrina della deterrenza nucleare, previsti nel caso la Russia sia minacciata come stato in quanto tale”.
“Pertanto, ha avvertito l’ex presidente, ci sono ovvi motivi per usare qualsiasi arma. Assolutamente qualsiasi. Spero che i nostri ‘amici’ dall’altra parte dell’oceano se ne rendano conto”.
Medvedev ha anche detto che l’esercito russo “potrà raggiungere Kiev e Leopoli per mettere fine a questa infezione”.
In un’intervista all’agenzia di stampa Tass, ha dichiarato che la comunità internazionale “si sta stancando dell’agenda ucraina” di Biden. Poi ha rincarato la dose, parlando del capo della Casa Bianca: “Ha portato suo figlio in Ucraina, che ha fatto fortuna semplicemente perché è il figlio di Biden. Per lui questa è una ferita incurabile. Inoltre, la demenza sta avanzando ed è sotto gli occhi di tutti”. Contro gli Usa si è scagliato anche il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, nel corso di una conversazione con la redazione della rivista russa Razvedchik. “In generale, ha sottolineato, nessuno oggi è al sicuro da ‘incursioni’ ostili da parte degli americani e dei loro alleati della Nato. Numerosi paesi sono attualmente minacciati e ricattati”.
Secondo il capo della diplomazia russa, “la situazione dentro e intorno all’Ucraina non è che una manifestazione di una collisione su larga scala che coinvolge i tentativi di un piccolo gruppo di paesi occidentali di ottenere il dominio del mondo, contro una tendenza multipolare. Nella loro strategia c’è anche quella di scoraggiare completamente la Cina nell’area indo-pacifica”.
Lavrov ha criticato apertamente quella che ha definito “la feroce interferenza dell’Occidente negli affari interni di nazioni sovrane, inclusa la fraterna Bielorussia”, e condannato “il blocco economico di Cuba durato anni”.
“Pur agendo secondo le peggiori tradizioni coloniali, gli americani e i loro sostenitori stanno cercando di dividere il mondo in democrazie e regimi autoritari, ha osservato il ministro, tirando in ballo il capo della diplomazia dell’Ue Josep Borrell per la sua dichiarazione “razzista” secondo cui l’Europa sarebbe un “giardino” e il resto del mondo una “giungla”.
Sergei Lavrov riceverà il prossimo 29 marzo a Mosca il suo omologo iraniano Hossein Amir-Abdollahian. Ad annunciarlo è stata la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Durante l’incontro i due ministri discuteranno dello stato del Jcpoa, del Piano d’azione globale congiunto per il programma nucleare iraniano, della situazione in Siria, Afghanistan e nel Caucaso meridionale, nonché di questioni relative alla regione del Mar Caspio.

In Ucraina continuano i bombardamenti russi. E’ di almeno due morti e dieci feriti il bilancio delle vittime nella regione di Sumy, nel nord del Paese. Le autorità locali hanno denunciato attacchi a Bilopillia, Vorozhba, Richky e Mykolaiv. Raid notturni sono stati condotti anche ad est, in particolare contro Kostiantynivka, nella regione di Donetsk.

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