Esteri

Forum economico internazionale di San Pietroburgo, i Brics e il paradosso italiano

di Claudio Capotosti -


Vito Petrocelli, presidente dell’Istituto Italia Brics, è intervenuto stamattina al Forum economico internazionale di San Pietroburgo nella sessione “Partenariati commerciali Brics nella nuova realtà economica” facendo il punto sui rapporti dell’Italia con i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Il Forum, che ha preso il via oggi, attira migliaia di partecipanti da diversi Paesi: politici, imprenditori, docenti universitari e amministratori pubblici. Il programma prevede dibattiti, sessioni e incontri d’affari dedicati alla discussione di temi di attualità in vari settori dell’economia, del business e della politica. In tutto sono previsti più di 150 eventi.

In particolare il moderatore dei lavori Sergey Katyrin, presidente della Camera di commercio della Federazione Russa, ha chiesto una valutazione sugli attuali rapporti economici e commerciali dell’Italia con il gruppo dei Brics nel nuovo contesto geopolitico internazionale. “Per rispondere alla sua domanda – ha detto Petrocelli – voglio parlare delle relazioni economiche e commerciali tra l’Italia e i Paesi G7 da un lato, e tra Italia e Paesi Brics dall’altro. Nel 2022 l’Italia ha esportato per 247 miliardi di euro ed importato per 180 miliardi di euro con i G7. Allo stesso tempo l’Italia ha esportato per 34,5 miliardi di euro ed importato per 103 miliardi di euro con i Brics”.

In tal senso, ha spiegato Petrocelli, già presidente della commissione Esteri del Senato, “la vera domanda è questa. Può l’Italia limitare o addirittura cancellare le relazioni con uno dei due blocchi o con un singolo Paese di uno dei due blocchi a seguito delle mutate condizioni geopolitiche? La risposta è no, ovviamente. L’Italia è l’unico Paese del G7 ad aver sottoscritto un memorandum con la Cina sulla Nuova via della seta. L’Italia è geograficamente e culturalmente un Paese di confine, tra Est e Ovest, tra Nord e Sud globale. Purtroppo oggi l’Italia, a causa delle sue recenti scelte politiche e commerciali, piuttosto che un Paese di confine (border country in inglese) si è trasformato in un Paese borderline (un efficace gioco di parole che rende a pieno l’idea). Nel senso psichiatrico del termine”.


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