Politica

Forza Italia: l’ora della resa dei conti tra il “clan di Arcore” e i “ministri ribelli”

Licia Ronzulli sarà il nuovo commissario del partito in Lombardia. Ma la rimozione dal ruolo dell’eurodeputato Massimiliano Salini e la conseguente nomina della fedelissima di Berlusconi manda su tutte le furie Mariastella Gelmini

di Davide Romano -


Forza Italia rischia di implodere prima del previsto. La decisione di Silvio Berlusconi di nominare Licia Ronzulli nuova coordinatrice del partito in Lombardia potrebbe accelerare quelle dinamiche di scissione già in atto da tempo nel partito. Di fatto ormai esistono due Forza Italia. Da una parte il “clan di Arcore” capitanato proprio dalla Ronzulli, composto dai fedelissimi del Cavaliere e dai i presidenti di regione. Dall’altra quello dei “ministri ribelli” Mara Carfagna, Renato Brunetta e Mariastella Gelmini, in rotta con Berlusconi e pronti ad uscire dal partito per spostarsi ancora più al centro (magari dalle parti di Coraggio Italia di Toti). Una scissione quasi inevitabile, che nei piani si sarebbe dovuta verificare non prima del voto del 2023. La scelta di nominare come ministri del governo Draghi in quota Forza Italia proprio quelle figure più critiche nei confronti della leadership del partito infatti, rientrava in una precisa strategia di Berlusconi volta a garantire l’unità almeno per l’intera durata della legislatura.

Adesso questo schema sembra in parte saltato. L’analisi delle tempistiche della nomina della Ronzulli a plenipotenziario del partito in Lombardia è fondamentale per capire quello che sta succedendo. La sostituzione di Massimiliano Salini a meno di un mese dal voto delle amministrative è un messaggio inviato soprattutto a Mariastella Gelmini, visto che l’eurodeputato azzurro è considerato molto vicino al ministro per gli Affari Regionali. Secondo alcune ricostruzioni Berlusconi aveva già deciso da qualche settimana di sostituire Salini, ma quest’ultimo era riuscito a convincerlo a rimandare la decisione almeno dopo il voto amministrativo. A far cambiare idea al presidente di Forza Italia sarebbero state le parole pronunciate proprio dalla Gelmini alla conferenza per il Sud organizzata a Sorrento dalla Carfagna: “La Ronzulli porterà allo sfascio il partito. Io mi sono stancata. Non credo di meritarmelo. C’è un odio nei miei confronti. Vuole sfregiare i miei uomini. Sulla Lombardia sta decidendo tutto lei. Vuole sfregiare uomini vicini a me”. Questo sarebbe, stando alla ricostruzione del Foglio, il contenuto dello sfogo della Gelmini con Tajani.

Ronzulli intanto gongola, tra la riconoscenza per il capo e gli appelli all’unità del partito: “Sono un soldato nelle mani del Presidente Berlusconi. Mi ha chiamato ieri sera e, da figlia dell’Arma, ho risposto: presente! Adesso è il momento di rimboccarsi le maniche, abbiamo una campagna elettorale da portare avanti, stiamo dando prova di forza e unità”. La senatrice esprime soddisfazione non solo per il colpo assestato alla principale rivale interna, ma anche perché si troverà a gestire un ruolo fondamentale per Forza Italia in un momento chiave. Nel 2023 infatti non si voterà solo per le Politiche ma anche per la Regione Lombardia: il coordinatore regionale avrà senza dubbio voce in capitolo sulla compilazione delle liste. Ora la palla passa ai tre ministri azzurri, che dovranno calcolare con attenzione le modalità e le tempistiche di un eventuale fuga dal regno berlusconiano.


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