Attualità

Fra figli e migranti

di Andrea Canali -


Importante l’iniziativa della terza edizione degli “Stati Generali della Natalità” alla quale ha partecipato anche Bergoglio.
Il Santo Padre, dopo essersi scusato con i presenti in quanto non si sentiva di pronunciare il suo discorso in piedi, in modo significativo ed anche simpatico ha raccontato a braccio due aneddoti accaduti recentemente. Il primo al suo segretario, il quale, mentre passeggiava nei pressi di San Pietro, vedendo una donna con un passeggino ed incuriositosi, voleva vedere il bambino, ma quando ha guardato dentro ha constatato che vi era un cagnolino, con suo conseguente stupore. Parimenti è accaduto – racconta il Papa -, durante una recente udienza dove una signora sui cinquant’anni gli chiese di benedire il bambino, una volta avvicinatosi il Papa vide che la donna ha estratto da una borsa un cagnolino.
Il senso di quello che volesse dire il Papa con questi racconti si può desumere dalla sua esortazione finale dove ha affermato che i figli non sono beni individuali, ma persone che contribuiscono alla crescita di tutti, apportando ricchezza umana e generazionale”. “Non rassegniamoci al grigiore e al pessimismo sterile”, questo l’appello del Santo Padre il quale chiosa: “Non crediamo che la storia sia già segnata, che non si possa fare nulla per invertire la tendenza. Sicuramente possiamo affermare che l’amore per gli animali è un valore assoluto ed è importantissimo, basti ricordare cosa affermava Ulpiano: “tutti gli esseri sono essere senzienti” quindi l’amore che ci può dare il nostro cane è notevole, ma non bisogna confondere i due piani in quanto l’umanità ha bisogno di proiettarsi e progredire.
Insomma, la natalità è un tema al centro della agenda dei governi e bisogna tenerne conto in quanto basti pensare che lo scorso anno l’Italia ha toccato il minimo storico di nascite, ossia appena 393 mila nuovi nati. Pertanto bisogna dare un futuro ai popoli ma, al tempo stesso, afferma Bergoglio: “La natalità, così come l’accoglienza, non vanno mai contrapposte – perché sono le due facce della stessa medaglia -, e ci rivelano quanta felicità c’è nella società. “Una comunità felice – continua il Santo Padre -, sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare, mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno”.
Il tema della natalità è centrale sia per il nostro Paese che per l’Europa e quindi il Santo Padre si è rivolto alla politica (vista anche la presenza e l’intervento del Primo Ministro Meloni), proprio ribadendogli che “la nascita dei figli è la misura della speranza di un popolo” e aggiungendo: “se vi sono poche nascite vuol dire che vi è poca fiducia”. Insomma secondo il Santo Padre, questo non ha solo ricadute dal punto di vista economico e sociale, ma mina “la fiducia nell’avvenire”.
Infatti dice: “Metter su famiglia si sta trasformando in uno sforzo titanico”, e non può e non deve essere una cosa da ricchi. Con la conseguenza che solo i più ricchi possono permettersi, grazie alle loro risorse, maggiore libertà nello scegliere che forma dare alle proprie vite”. “E questo è ingiusto, oltre che umiliante”.
Aggiungendo un commento sul mondo femminile afferma che le ritiene vittime di “una cultura poco amica, se non nemica, della famiglia” in quanto costrette a scegliere tra carriera e maternità.
Poi si è espresso in modo deciso sul tema delle disuguaglianze nel mondo dicendo: “Il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”, parlando quindi di un “futuro incerto, tra guerre, pandemie, spostamenti di massa e crisi climatiche” e ha fatto notare come in questo contesto di incertezza e fragilità, le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare”. “Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali”, quindi l’osservazione del Papa sulla famiglia: “occorrono politiche lungimiranti”, lasciandosi alle spalle l’inverno demografico e vedendo con “una nuova mentalità la famiglia non è parte del problema, ma della sua soluzione”.
E poi il monito rivolto ai giovani: “Non possiamo accettare passivamente che tanti giovani fatichino a concretizzare il loro sogno familiare e siano costretti ad abbassare l’asticella del desiderio, accontentandosi di surrogati privati e mediocri: fare soldi, puntare alla carriera, viaggiare, custodire gelosamente il tempo libero”. “Tutte cose buone e giuste quando rientrano in un progetto generativo, che dona vita attorno a sé e dopo di sé”.

Parole importanti queste del Santo Padre; auspichiamo pertanto che la politica, nella sua interezza, le possa far proprie, ponendo in essere tutte le variabili a sua disposizione per superare l’inverno demografico, ponendo di nuovo la natalità e la famiglia al centro della sua azione.

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