Fra migranti e Ppe: l’Opa di Meloni sui Neocon
GIORGIA MELONI, MATEUSZ MORAWIECKI PRIMO MINISTRO POLACCO
A Varsavia prende forma l’asse sui migranti. Dopo il fallito tentativo di mediazione fatto da Giorgia Meloni con i leader di Polonia e Ungheria che si erano opposti al Patto Ue sulla migrazione, ieri nella capitale polacca l’equilibrio sembra essersi ristabilito. La presidente Meloni ha incontrato in un bilaterale il premier Mateusz Morawiecki con cui, ha detto di “condividere quasi nella totalità tutte le questioni che ci troviamo ad affrontare”. I due si sono rincontrati dopo il trilaterale di Bruxelles – insieme a Viktor Orban – che non era servito per far cambiare idea ai leader sul parere negativo espresso in merito alle questioni dei meccanismi di asilo e di ricollocamento dei migranti all’interno dell’Unione Europea. Inevitabilmente, Meloni e Morawiecki sono tornati sul tema, ma con meno tensione rispetto a quella che si era percepita in sede di Consiglio e con un’apertura maggiore l’uno nei confronti dell’altro. Difatti, tra mazzi di fiori e sorrisi, il cielo sereno sopra i Conservatori sembra essere tornato, anche su un tema divisivo come quello della migrazione.
POSIZIONE CONDIVISA
Tra Meloni e Morawiecki si tratta del terzo incontro in pochi mesi: un modo per rafforzare la linea comune sui temi prioritari dei Conservatori, ma anche per trovare un allineamento in vista della campagna elettorale – già in corso – per le Europee del 2024. “Ci basta davvero uno sguardo per sapere che la nostra posizione sarà una posizione condivisa, su tante materie che oggi ci coinvolgono in un tempo di crisi, nel quale dobbiamo riuscire ad essere all’altezza della storia, che ci sta chiamando” dice la presidente del Consiglio al Parc Lazienki di Varsavia. Eppure, la mediazione c’è stata per un motivo, ovvero la non piena convergenza sui temi. Ma Meloni tende la mano al premier polacco: “Non mi potrei mai lamentare di chi difende gli interessi nazionali, sono ammirata di come Morawiecki dimostra forza nel difendere l’interesse della Polonia” e sullo strascico del Consiglio Ue afferma che “non c’è divisione perché lavoriamo su come fermare la migrazione illegale, non su come gestirla”. La linea, difatti è per entrambi chiara, sul modo di intervento: fermare le partenze dei migranti – e quindi instaurare rapporti e accordi con i Paesi di partenza – e non gestire i flussi migratori nel momento in cui i migranti arrivano “in Europa”.
Perché, spiega la premier, “Finché l’Europa pensa di risolvere il problema discutendo su come gestire i migranti quando arrivano sul territorio europeo, non troverà mai soluzioni reali, perché gli interessi delle nostre nazioni, anche banalmente per ragioni geografiche, sono diversi. Quello che mette insieme gli interessi di tutti gli Stati membri è fermare l’immigrazione illegale prima che arrivi da noi, con un lavoro completamente diverso che va fatto con l’Africa, di cooperazione non predatoria, di sostegno a quelle nazioni che a loro volta molto spesso sono vittime della tratta degli esseri umani, dei trafficanti della mafia del terzo millennio”. Su questo, in conferenza stampa i due leader dicono di lavorare insieme, anche nel futuro. Morawiecki da parte sua ribadisce né più né meno la stessa posizione portata a Bruxelles: “Non possono esserci forzature” da parte dell’Unione Europea sulla gestione dei migranti perché “ogni Paese deve essere padrone di decidere su quali e quanti migranti accogliere”. Proprio per questo, fa sapere il premier polacco, “Organizzeremo un referendum perché i polacchi possano dire il loro parere sull’immigrazione irregolare, su chi è il padrone: Ue o un Paese sovrano”. Non è mancata, poi, la freccia al veleno contro la Francia di Macron: “Se non conteniamo l’immigrazione irregolare – spiega Morawiecki – rischiamo di vedere nelle nostre strade quello che ora vediamo in altri Stati membri”.
LA FAMIGLIA DEI CONSERVATORI
A seguito del bilaterale, Giorgia Meloni è intervenuta alle “Giornate di studio” dei Conservatori e riformisti europei, e da neo riconfermata presidente ha dichiarato: “L’unico obiettivo a cui dobbiamo guardare è rafforzare la nostra famiglia, con la forza e la serietà delle nostre idee, dobbiamo essere aperti, collaborare e avvicinare tutti i partiti simili ai nostri. Comunque vada, i Conservatori dovranno essere determinanti dopo le elezioni europee, sono concentrata su questo obiettivo”. Un appuntamento a cui manca meno di un anno – “un anno duro e entusiasmante” – ma caratterizzato da appuntamenti fondamentali, come quello di Varsavia. Un impegno elettorale che deve seguire le orme di quanto accaduto in Polonia e in Italia e, prima di guardare all’Ue, un occhio cade su quello che potrebbe succedere in Spagna. Perché, dice la premier, sulla strada delle elezioni prima della Polonia viene la Spagna: “una sfida affascinante per i nostri amici di Vox. La loro campagna elettorale mi ricorda molto la nostra. Abascal riuscirà ad affermare Vox” perché “il campo reale è il campo dei conservatori”.
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