Politica

“Fra Pd e Cinque Stelle alleanza possibile prima delle Europe. Elly parli della guerra”

di Edoardo Sirignano -

MICHELE GUBITOSA M5S


“Se il Pd di Schlein sarà disponibile a sostenere le nostre battaglie, ci ritroveremo prima delle europee. L’invio delle armi è solo uno dei temi su cui misureremo la nuova segretaria. In caso contrario, continueremo da soli”. A dirlo il vice di Conte Michele Gubitosa, per cui la leadership della coalizione, considerando il curriculum dell’ex premier, non dovrebbe essere messa neanche in discussione.

 

Dopo le regionali, siete davvero in crisi?
Nessuna crisi, i sondaggi nazionali certificano che siamo ancora il primo partito di opposizione e godiamo di ottima salute. Sicuramente, non possiamo essere soddisfatti del risultato delle regionali, ma sappiamo anche perfettamente che nelle elezioni locali il Movimento 5 Stelle non ha mai brillato. Abbiamo iniziato un lavoro di radicamento sui territori che speriamo porti i suoi frutti, ma potremo valutare i risultati di questo progetto soltanto sul medio-lungo periodo. Nel frattempo, consiglierei di non commettere l’errore di suonare le campane a morto per il Movimento. Chi l’ha fatto, in passato, si è dovuto ricredere molto in fretta.

 

Non teme che Schlein possa rubare voti soprattutto a quella forza che già qualcuno vedeva come la nuova sinistra?
L’entusiasmo per le primarie ha ovviamente portato a una crescita del Partito Democratico nei sondaggi, ma credo che non abbiamo niente di cui temere. Il Movimento 5 Stelle è una forza politica diversa dalle altre, peculiare, che rappresenta i cittadini che sono rimasti delusi dai partiti tradizionali. Sono sicuro che manterremo i nostri consensi e, anzi, continueremo a crescere.

 

Conte e la nuova segretaria del Pd alla marcia contro il fascismo insieme. È possibile un’alleanza per le europee del 2024?
Se il Pd di Schlein sarà disponibile a sostenere il salario minimo, la settimana corta, la transizione ecologica, la tutela della sanità e dell’istruzione pubblica, la difesa di misure fondamentali per il Paese come il Reddito di cittadinanza e il Superbonus, allora ci ritrovremo prima di tutto in Parlamento e questo sarà un bene. In caso contrario, continueremo da soli le battaglie che portiamo avanti per il bene del Paese. Non abbiamo mai avuto problemi a farlo, né timori di sorta. Per noi i temi che stanno a cuore ai cittadini sono la prima cosa e non possiamo barattarli sull’altare di un’alleanza che sia solo un’accozzaglia di sigle diverse.

 

Conte sarà ancora il leader e il riferimento della coalizione?
Credo sia presto per fare ragionamenti di questo tipo. Quello che sappiamo per certo è che Conte ha la personalità adatta per un ruolo di questo genere, è stato Presidente del Consiglio e ha ormai grande esperienza di leadership politica e istituzionale. Ha guidato il Paese attraverso la pandemia, ha portato a casa da Bruxelles oltre 200 miliardi per il nostro Pnrr, ha varato misure che hanno inciso profondamente sulle vite degli italiani. Non è un curriculum che può essere dimenticato o messo da parte con leggerezza.

 

In politica estera, intanto, ci sono divergenze tra voi e il nuovo Pd. I dem, se vogliono dialogare, devono rivedere la loro linea sulle armi?
Sono tante le cose da rivedere, a mio parere. Il Pd, nella parte finale della scorsa legislatura, si è appiattito sulla fantomatica “Agenda Draghi”, allontanandosi su svariati temi dalle reali esigenze del Paese. Alcune delle dichiarazioni della nuova Segretaria, in questo senso, sono incoraggianti, ma speriamo di passare dalle parole ai fatti. L’invio di armi è solo uno dei capitoli su cui misureremo Schlein. Gli italiani, in ogni sondaggio, esprimono la loro contrarietà alla guerra. Abbiamo sempre condannato l’invasione dell’Ucraina e vogliamo difendere la sua integrità territoriale, ma dobbiamo tornare a spingere per una soluzione diplomatica al conflitto, rifiutando ogni possibile escalation. Continuare a inviare armi non farà che peggiorare la situazione e allungare l’agonia di un popolo martoriato da un anno di guerra.

 

Perché, a suo parere, Bonaccini ha perso?
Ogni voto andrebbe esaminato in profondità e con attenzione e non ho a mia disposizione tutti i dati che servirebbero per un’analisi completa. Penso, però, che alla base del successo di Schlein ci sia in primo luogo una forte voglia di cambiamento che ha mosso gli elettori del Partito Democratico. Forse Bonaccini è stato inquadrato, suo malgrado, come il rappresentante della continuità con il vecchio Pd e ha pagato con la sconfitta.

 

Si parla di riorganizzazione interna ai partiti. Presto avrete anche voi una segreteria nazionale, in modo da evitare fughe sui territori?
La struttura del Movimento è trasparente e non temiamo nessuna fuga. Siamo ovviamente intenzionati a operare ogni miglioramento possibile alla nostra struttura, ma l’obiettivo non è creare nuove cariche o trattenere eventuali scontenti. Il lavoro che stiamo perfezionando riguarda i territori, con nuovi referenti che possano fare da cerniera tra i vertici nazionali e gli attivisti locali, che sono la vera ricchezza di ogni forza politica.

 

Schlein riuscirà a liberarsi dai vari Franceschini, Zingaretti e Orlando, quei signori del Nazareno che l’hanno sponsorizzata?
Le dinamiche interne al Partito Democratico non mi riguardano, né mi interessano. Penso però che sarebbe miope, da parte di chiunque, che sia dirigente del partito o meno, mettere i bastoni tra le ruote a chi è stato appena investito del mandato popolare. Rappresenterebbe un piccolo autogol, oltre che un controsenso, a pochi giorni dalle primarie. Da parte mia, non posso che augurare alla nuova segretaria buon lavoro. Ha sicuramente tanto da fare.

 

Nel M5S un ritorno che fa rumore è quello di Casalino. Potrebbe rivelare i segreti della macchina gialla, qualora non venisse candidato?
Non si tratta di un ritorno, perché Casalino non se n’è mai andato. Continua a essere un membro del Movimento 5 Stelle e una preziosa risorsa per il Presidente Conte. In ogni caso, non ci sono segreti da svelare, abbiamo sempre fatto della trasparenza uno dei nostri capisaldi. Credo che l’attenzione mediatica seguita alle dichiarazioni di Casalino sia stata eccessiva. Quando c’è di mezzo il Movimento 5 Stelle, si cerca sempre di dare un risvolto pruriginoso a ogni frase, anche quando la malizia bisogna inventarsela. Siamo ormai abituati a tutto questo.


Torna alle notizie in home