Politica

Fra vincoli nascosti e soldi del Giubileo ecco perché l’impianto è un bluff

di Rita Cavallaro -


Il nome è lo stesso: Roberto. Ma uno vende sogni, l’altro solide realtà. Uno costruisce palazzi a Roma, l’altro è il sindaco di Roma, che promette la realizzazione di un termovalorizzatore entro il Giubileo seppure nell’ultimo anno sia riuscito soltanto ad acquistare l’area. D’altronde Roberto Gualtieri è esperto nell’arte delle sviolinate. Anzi delle “schitarrate” in stile Bossa Nova, che nel gergo urbano brasiliano vuol dire un nuovo pallino, nel senso di una fissazione particolare. E quel pallino, per il sindaco di Roma, è proprio il termovalorizzatore, sul quale si gioca tutta la sua credibilità il primo cittadino, nominato il 4 febbraio scorso, dal Presidente della Repubblica, commissario straordinario di governo per il Giubileo, quindi con poteri speciali sui rifiuti.
Il progetto è avveniristico e già di per sé presuppone percorsi in salita e complicazioni burocratiche in grado di rallentare i tempi della realizzazione in un contesto ordinario. Figurarsi se la sua costruzione deve essere completata al massimo entro due anni, dunque in una fase di straordinarietà, con le incognite sul terreno dove sorgerà la struttura e senza che ancora siano stati indetti gli avvisi di gara per la partecipazione delle imprese. Eppure Gualtieri sogna e ai romani vende i suoi stessi sogni, come se su quella terra fossero pronti ad installarsi decine di operai con lo stesso piglio dei cinesi che, nel gennaio del 2020 e in piena emergenza Covid, costruirono un ospedale in sette giorni a Pechino. Se ci sono riusciti loro, penserà Gualtieri, anche Roma ce la farà con 700 giorni davanti. Ci crede, e lo ha ribadito a luglio scorso. Quel termovalorizzatore, inserito nel suo Piano rifiuti, sarà realizzato nell’area industriale “in tempo per il Giubileo”, ha garantito il sindaco, sottolineando che sarà “un impianto scelto sulla base delle più recenti tecnologie disponibili e sarà quindi ancora più green di quelli in funzione nelle principali città italiane, le cui emissioni sono abbattute e sono inferiori a quelle di una strada. A Roma vogliamo realizzare un vero e proprio laboratorio di innovazione industriale nel recupero delle ceneri, che possono essere trasformate in materiali da costruzione, e di cattura delle emissioni di Co2 per produrre energia pulita”. Da luglio a oggi l’unico passo avanti sulla strada del termovalorizzatore è stato l’acquisto del terreno agricolo a Santa Palomba, l’area prescelta per ospitare l’impianto. Proteste di sindaci della zona e cittadini parte, quel terreno presenterebbe delle criticità sia a livello catastale, sia sul piano strutturale. L’appezzamento, della grandezza di 10 ettari e costato ben 7,5 milioni di euro, dai documenti della compravendita risulterebbe esclusivamente ad uso agricolo. Inoltre in una parte dell’area ricadrebbe un vincolo. Insomma, quel terreno, attualmente, è destinato a coltivare cicoria e per la variazione della destinazione d’uso è necessaria una modifica al Piano regolatore. Che, visti i poteri straordinari del primo cittadino e la corsa alle opere da realizzare con i fondi del Giubileo, Gualtieri riuscirà ad ottenere, anche se non c’è certezza dei tempi. Nel mentre nella giornata odierna, salvo imprevisti, il sindaco con pieni poteri chiuderà in maniera positiva, presumibilmente con un’ordinanza, la valutazione ambientale strategica del piano rifiuti, che appunto prevede il termovalorizzatore, approverà il piano e bandirà la manifestazione di interesse, che durerà 90 giorni, per individuare i soggetti interessati a progettare l’impianto. A quel punto verranno valutati i requisiti delle imprese all’altezza della presentazione di un progetto simile. Verrà fornita ai “meritevoli” la documentazione dell’area di Santa Palomba, per poter procedere con il lavoro dei progettisti. E passeranno diversi mesi prima che le proposte possano essere presentate e valutate, soprattutto in termini della tariffa da praticare, ovvero il costo per ciascuna tonnellata di rifiuti bruciati, la durata della concessione per la gestione dell’impianto a chi vincerà la gara e le royalties in capo a Roma Capitale per ogni tonnellata di spazzatura bruciata. Ancora non è stato confermato, ma chi vincerà la gara per la progettazione, la costruzione e la gestione dell’inceneritore non si dovrà fare carico di tutti i rifiuti che Roma produrrà fino alla messa in esercizio a regime dell’impianto, perché di questo segmento se ne occuperà l’Ama, che avrebbe già chiuso dei contratti per spedire l’immondizia della Capitale in Italia e all’estero per due anni rinnovabili. Così facendo l’azienda municipale dei rifiuti ha messo una pezza al caos del Campidoglio. D’altronde proprio il presidente di Ama, Daniele Pace, a settembre scorso aveva affermato, nelle Commissioni capitoline congiunte Bilancio e Ambiente, di non aver ricevuto dal sindaco nessuna indicazione su come realizzare il termovalorizzatore e, addirittura, di non sapere neppure dove fosse il terreno. E allora ci ha messo le mani, snellendo di fatto la gara e prevedendo un paracadute che permetta di non far sprofondare Roma nei rifiuti con il Giubileo.


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