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Francesco, la Chiesa nuova e la donna schermo

di Michele Gelardi -


“La Chiesa è donna”. Lo ha proclamato il Papa, aggiungendo che il più grande peccato è stato la “maschilizzazione” della Chiesa, desumendone che occorre “smaschilizzarla”. Il senso delle parole mi è poco chiaro, ma non posso annoverarmi tra gli esperti delle cose di oltretevere, sicché ipotizzo che sia la mia pochezza a impedirmi di capire. Intanto, in attesa di chiarimenti di illustri esegeti, osservo che, a forza di slogan e “battute”, gettate lì a caso, con apparente noncuranza, la Chiesa cattolica si va snaturando.

Se quelle parole vengono intese nel loro significato letterale e se ne traggono le dovute conseguenze logiche, la loro carica dirompente è immensa. Il Papa le supporta col riferimento a una teologia femminile, finora ignota; e non per il fatto che si ignorava il contributo teologico delle donne, ma per il fatto che si ignorava una specificità femminile del pensiero teologico. Il pensiero non ha sesso; non è femminile o maschile; non ha senso cercarne una specificità, che possa giustificare il proclama della “Chiesa donna”.

Al contempo assumere che il più grande peccato sia stato “maschilizzare” la Chiesa – fondata da Pietro, guidata dai Papi precedenti e dalla gerarchia ecclesiale, ininterrottamente amministrata dall’ordine sacerdotale precluso alle donne – significa, in buona sostanza, leggere come “peccaminosa” l’intera sua storia. E poiché il capo della Chiesa cattolica non può rinnegare 2000 anni di storia e segare il ramo sul quale è assiso, non rimane che pensare a una boutade. Tuttavia, anche in quella veste ristretta di “battuta” a beneficio dei giornali, quelle parole un senso devono pur averlo.

Si potrebbe pensare che il Papa voglia sondare e arare il terreno, per rendere meno traumatico in futuro l’ingresso delle donne nell’ordine sacerdotale. In questo caso, forse sarebbe meglio la chiarezza, piuttosto che l’ambiguità. Ma, prescindendo da ciò, osservo che le parole del Pontefice sono orientate – e non da ora – al politicamente corretto. Oggi la contrapposizione maschio-femmina ha raggiunto il suo apice, tanto che la neolingua ha inventato il “femminicidio”, per la necessità di distinguerlo dall’omicidio comune.

Ovviamente, sottolineare la comune appartenenza al genere umano di donne e uomini, chiamati alla convivenza in concordia e solidarietà, si pone in controtendenza rispetto all’odierna cogente necessità di distinguere e contrapporre. In questa logica, l’invenzione della Chiesa-donna, idealmente contrapposta alla “peccaminosa” Chiesa-uomo, compiace il politicamente corretto; sicché “piace alla gente che piace”. Come, d’altronde, risulta particolarmente gradito il richiamo continuo alla responsabilità dei governi, in relazione all’annunciata catastrofe climatica.

Papa Francesco ha inviato un messaggio alla COP 28, il cui presupposto logico è l’idea dell’origine antropica del c.d. surriscaldamento globale, per nulla scientifica, ma suggestiva al punto giusto, tanto da ispirare gli imbrattatori di “ultima generazione”. La penultima generazione si sentiva sull’orlo dell’abisso per il “buco dell’ozono”; passata quella paura, l’attuale, composta dai seguaci di Santa Greta, ha nuovi motivi per ritenersi prossima all’apocalisse. Colpa dell’uomo, ovviamente. Non resta che affidarsi all’IPCC, i cui responsi sono alla base dei salvifici programmi della COP 28, che rinviano al 2050 il traguardo da raggiungere. Fra 27 anni l’uomo sulla terra potrà ritenersi immune dal pericolosissimo global warming, giacché la temperatura media del pianeta sarà scesa di un grado e mezzo.

Parola di Sultan Al Jaber. Anche il Papa, a quanto pare, ha fede nei responsi dell’IPCC e certamente le sue esortazioni sono state tenute in grande considerazione da Sultan Al Jaber, nel tirare le somme della COP 28 e formulare il grandioso programma trentennale. Nel 2050 molti di noi non potranno compiacersi di persona della fine dell’emergenza climatica. Ma perché aspettare? È meglio esprimere fin d’ora il compiacimento dovuto. Osservo comunque che, a forza di battute ed esortazioni politicamente corrette, la Chiesa che guida si sta trasformando in Chiesa che segue.


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