Cultura & Spettacolo

Francesco Leone: “grazie a Fosca supero le mie paure”

di Nicola Santini -


Tra i protagonisti della serie tv diretta da Giulio Manfredonia, anche in queste nuove puntate, ci sarà uno degli attori che ha già ottenuto consensi nella prima edizione: Francesco Leone. Alla vigilia del ritorno sul piccolo schermo e in attesa di debuttare al cinema con una produzione internazionale, Leone si racconta a L’Identità.

 

Francesco, quali novità ci saranno su Pino Ricci, il personaggio che interpreti?
Diciamo che è un personaggio che prova un po’ a superare le sue paure: se lo scorso anno il blocco era legato ai timori di entrare in azione sul campo, quest’anno farà i conti con una situazione sentimentale che lo metterà particolarmente in crisi.

 

Com’è stato tornare sul set di Fosca Innocenti?
Una grande emozione, quella sensazione tipica di quando torni a casa, in famiglia, insieme a persone a cui vuoi bene. Il tempo è letteralmente volato!

 

Secondo te cosa il pubblico ha apprezzato di più nella prima stagione ?
La bellezza della normalità. Rincorriamo spesso e volentieri effetti speciali per emozionarci, dimenticandoci che la vita è straordinaria nella sua semplicità. Fosca Innocenti racconta la storia di un commissariato di provincia con le vite dei suoi protagonisti che potrebbero essere tranquillamente quelle di ognuno di noi in ogni sua sfumatura emotiva. Credo che il pubblico abbia percepito questa voglia di leggerezza, di normalità, questa vicinanza tra il mondo di Fosca e lo spettatore.

 

Come nasce la tua passione per la recitazione?
Nel 2015 a Pantelleria, dove mi trovavo in vacanza. Luca Guadagnino stava girando “A bigger splash” e mi sono ritrovato a fare la comparsa nel film. Vedere il set, gli attori, il regista alle prese con la troupe… è stato un colpo di fulmine, è nato tutto da lì.

 

Generalmente cosa ti spinge ad accettare un ruolo?
La voglia di cimentarmi in qualcosa di nuovo. Mi stimola l’idea di portare sul set ruoli magari anche lontani dal mio modo di essere. Credo che questa sia la parte più bella del mestiere dell’attore.

 

Quali sono stati e sono i tuoi punti di riferimento?
Film come La grande bellezza, È stata la mano di Dio. Sono capolavori che non smetterei mai di guardare. Tony Servillo è un maestro, uno di quegli attori da cui non smetti mai di imparare: ogni volta che vedi un film con lui capisci quanto sia straordinaria la sua capacità di indossare maschere sempre credibili.

 

Il ruolo dei tuoi sogni?
Essere protagonista di un film d’azione, ne sarei entusiasta.

Il regista da cui ti piacerebbe essere diretto?
Nutro profonda ammirazione e stima per tutti i registi italiani perché credo che fanno un lavoro incredibile nel portare avanti con orgoglio e credibilità il cinema del nostro Paese. Se dovessi scegliere ti direi Paolo Sorrentino perché come ti dicevo amo in maniera particolare i suoi film. È un genio.

 

Nel tuo curriculum spiccano anche un’esperienza televisiva accanto a Enrica Bonaccorti: si tratta di una parentesi oppure non escludi in futuro di ripetere esperienze di un certo tipo?
Con Enrica ho fatto un programma su Tv8 che si chiamava “Ho qualcosa da dirti”. È stata un’esperienza che mi ha lasciato dei bellissimi ricordi, sia umani che professionali. La tv è molto diversa dal cinema, ma altrettanto affascinante. Perché no? Qualora si presentasse una bella occasione coerente con il mio percorso la valuterei con interesse.

 

Lontano dal set, come ti piace trascorrere le tue giornate?
Con gli amici, con la mia famiglia, mi piace ascoltare musica, fare sport. Mi piacciono le cose semplici, penso che siano fondamentali per restare in armonia con se stessi.

Che rapporto hai con le tue origini siciliane?
Un rapporto viscerale, amo profondamente la mia terra e sono molto legato a Palermo, la mia città. Quando mi hanno proposto di essere protagonista di Sicilian Holiday, un film ambientato a Sciacca con la regia di Michela Scolari e prodotto anche dal premio Oscar Adam Leipzig, che uscirà prossimamente. Di questo film, però, altro non posso ancora dire, se non che per me è stata la sintesi perfetta di cosa mi rende felice: un film girato nella mia terra.


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