Il doppio standard di Macron ha stufato l’Ue: “Francia, basta gas dalla Russia”
Otto i Paesi "cattivi". Von der Leyen chiude i rubinetti: "Da ora vietiamo l'import di Gnl russo". Arrivano gli americani?
È bastata una portavoce della Commissione Ue a inchiodare Emmanuel Macron: la Francia sarebbe tra gli otto Paesi Ue che, nonostante la guerra, le sanzioni e tutto ciò che ne consegue, ancora importano gas dalla Russia. Ma non è tutto perché, oltre a Parigi, anche i bellicosi olandesi sarebbero della partita delle importazioni. Insomma, questo sì che è un problema politico questo, che testimonia quanto l’Europa sia frammentata e sostanzialmente fragile.
La Francia importa ancora gas dalla Russia
La signora Anna Kaisa Itkonen, portavoce della Commissione Ue, ha inchiodato gli otto Paesi Ue alle loro responsabilità. Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Slovacchia e Ungheria ancora importano gas dalla Russia. Budapest non ha mai fatto mistero del suo import, anzi. Nemmeno la Slovacchia. Fa notizia, sicuramente, che la Francia sia tra i Paesi a tutt’oggi importatori di gas da Mosca dopo che tra l’Eliseo e il Cremlino sono volate, negli scorsi mesi, minacce che non si sentivano dai tempi degli zar. Madame Itkonen, bontà sua, non ha svelato i volumi di gnl importato da ogni singolo Paese.
Von der Leyen chiude i rubinetti
Con questa mossa, Ursula chiude definitivamente i rubinetti: “L’economia di guerra della Russia si sostiene grazie ai ricavi provenienti dai combustibili fossili. Vogliamo ridurre questi ricavi. Pertanto, vietiamo le importazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia nei mercati europei”. Macron se ne faccia una ragione: di gas dalla Russia, in Francia (così come altrove) non dovrà arrivarne più. “È il momento di chiudere il rubinetto. Siamo pronti per questo. Abbiamo risparmiato energia. Abbiamo diversificato l’approvvigionamento. Abbiamo investito in fonti energetiche a basse emissioni di carbonio come mai prima d’ora. E oggi, questi sforzi stanno dando i loro frutti”. Gli americani già si fregano le mani, ma questa (non) è un’altra storia.
Torna alle notizie in home