Esteri

Francia in rivolta tutti contro Macron per il decreto-blitz sulle pensioni

di Martina Melli -


Gran caos in Francia per ulteriori proteste legate alla riforma delle pensioni, deflagrate dopo che il controverso disegno per innalzare l’età pensionabile (da 62 a 64 anni) è diventato legge senza voto parlamentare.
Proprio così, il primo Ministro Élisabeth Borne, incaricata da Macron – per l’undicesima volta in soli dieci mesi dall’inizio del proprio mandato – ha attivato il controverso articolo 49, comma 3 della Costituzione: anche senza voto in aula, la riforma passa comunque con la sola approvazione dell’esecutivo.
La decisione è stata presa pochi minuti prima che i parlamentari votassero, visto che non c’era alcuna garanzia di ottenere la maggioranza, e, a detta del primo Ministro, ciò avrebbe messo in grave pericolo economico il sistema pensionistico nazionale.
“Non si gioca con l’avvenire del Paese, i rischi economici sono troppo grandi”, ha spiegato la Borne.
La mossa, che per noi è fantascienza, è stata davvero un azzardo: l’utilizzo dell’ultimo minuto di un potere costituzionale speciale dopo ben due mesi di scioperi coordinati a livello nazionale e alcune delle più grandi proteste degli ultimi decenni.
Ovviamente le opposizioni sono tutte sul piede di guerra: hanno cantato la marsigliese, mostrato cartelli di protesta in parlamento e presentato ben due mozioni di sfiducia.
Se i partiti dell’opposizione raggiungono i 208 voti infatti, lunedì potrebbe cadere il Governo e con esso anche l’odiata riforma. Perché questo accada, ci sarebbe bisogno del sostegno di un gran numero di parlamentari del partito di destra Les Républicains il quale si è già tirato indietro. Sarebbe l’ennesima sfangata del chiacchierato Governo sopravvissuto a tutte le sfiducie degli ultimi mesi. Mentre i politici dell’opposizione accusano Macron e Borne di un approccio brutale e antidemocratico, i manifestanti mettono a ferro e fuoco Parigi: bloccato il traffico sulla tangenziale, indetti nuovi scioperi di massa, appiccato il fuoco ai bidoni dei rifiuti e scatenate guerriglie contro la polizia che ha lanciato i lacrimogeni.
Nonostante la violenza delle proteste – con più di 310 persone arrestate in tutto il Paese nella notte tra giovedì e venerdì – secondo i sondaggi, più del 65% della popolazione è dalla parte dei rivoltosi.
A detta di un rappresentante del sindacato Cgt, nel settore energetico, gli scioperanti hanno votato per fermare, entro lunedì, la produzione in una delle più grandi raffinerie del Paese. Non solo. Continua (ormai da oltre dieci giorni) anche lo sciopero dei netturbini di Parigi, con migliaia di tonnellate di rifiuti che si accumulano nelle strade della città. I lavoratori dei trasporti e gli insegnanti sciopereranno ancora, precisamente giovedì prossimo. Alcuni comitati scolastici hanno suggerito che i supervisori dovrebbero scioperare anche all’inizio della prossima settimana, quando gli studenti delle scuole superiori inizieranno gli esami di baccalauréat. Per moltissimi sindacati francesi la mossa del governo è “una completa negazione della democrazia”e per questo le conseguenze non saranno da meno.
Il Ministro degli Interni, Gérald Darmanin, ha messo in guardia contro quello che ha definito il caos di manifestazioni di piazza casuali e spontanee. “L’opposizione è legittima, le proteste sono legittime, ma scatenare il caos non lo è”, ha commentato Darmanin. La Pm Borne ha deciso di non rischiare una votazione nonostante molte settimane di negoziati, forse perché i conti non tornavano.
Secondo la sindaca socialista Anne Hidalgo, l’unica soluzione per risolvere il problema è ancora e sempre “il dialogo sociale” da parte del Governo sulla riforma, anche se ormai sembra pura utopia. In riferimento a Macron, il leader del partito socialista Olivier Faure è stato caustico: “Quando un Presidente non ha la maggioranza nel Paese deve ritirare il suo progetto”.

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