Esteri

FRANCIA IN SCIOPERO

di Ernesto Ferrante -


Sono circa 450mila i manifestanti scesi in piazza ieri a Parigi per la decima giornata di protesta contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente francese Emmanuel Macron. A fornire le cifre della partecipazione sono stati i sindacati.
Da Parigi a Nizza, da Lione a Bordeaux, da Nantes a Montpellier, sono state 240 le iniziative di lotta. A Le Havre migliaia di cittadini hanno marcianto già dal mattino. Decine di camionisti guidati dai sindacati degli autotrasporti hanno bloccato all’alba parte della tangenziale della città di Caen. Diverse decine di studenti si sono assiepati davanti all’ingresso alla facoltà di Lettere dell’Università di Nizza.
Il 30 per cento degli insegnanti ha aderito allo sciopero. Disagi negli aeroporti, dove hanno incrociato le braccia i controllori di volo. Per domani e dopodomani è previsto un 20 per cento in meno dei collegamenti aerei nell’aeroporto di Parigi-Orly, Marsiglia-Provence, Bordeaux e Tolosa. Nella capitale è garantita solo una corsa su due della metropolitana.
Il governo non è intenzionato a fare passi indietro. “Non sospenderemo la riforma”, hanno riferito a Bfmtv persone vicine alla premier Elisabeth Borne dopo che il leader sindacale Laurent Berger (Cfdt) ha fatto un invito “a sospendere il provvedimento dei 64 anni” e ad avviare “una mediazione” per “trovare una via di uscita” alla crisi sociale.
Un’apertura è possibile solo su “altre strade”, hanno precisato le stesse fonti, ricordando che la premier aveva già detto di auspicare “una ripresa del dialogo con le organizzazioni sindacali e datori di lavoro sui temi della qualità della vita sul lavoro, sulla formazione, la riconversione e sulla messa a punto di un’agenda sociale condivisa”. L’esecutivo resterà “il baluardo contro violenze illegittime e pericolose”, ma anche contro “lo smantellamento delle istituzioni” e “l’indebolimento della Repubblica”. Lo ha assicurato il portavoce del governo francese Olivier Veran al termine di una riunione del Consiglio dei ministri.
“Rispettiamo gli scioperi e le manifestazioni, ma rimaniamo vigili di fronte a sconfinamenti. C’è una forte mobilitazione della polizia che accogliamo con favore”, ha aggiunto Veran. “Non abbiamo necessariamente bisogno di mediazioni per parlarci. Possiamo parlarci direttamente. Il Presidente della Repubblica è pronto a ricevere i sindacati non appena il Consiglio si pronuncerà sulla conformità del nostro testo di legge”, ha spiegato il portavoce.
Il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, ha annunciato di volere lo scioglimento del movimento ambientalista “Soulèvements de la terre”, considerato dal ministro “all’origine delle azioni violente” dello scorso fine settimana a Sainte-Soline. Rispondendo alle interrogazioni al governo in Assemblea nazionale, Darmanin ha denunciato eventi “inqualificabili” e “violenze inaccettabili contro la proprietà e soprattutto contro le persone” avvenuti a Deux-Sèvres a margine di una protesta contro i bacini idrici.
Continua a crollare il gradimento per l’inquilino dell’Eliseo. Solo il 28% dei francesi ha una “buona opinione” del presidente. E’ quanto emerge da un sondaggio Bva per Rtl, secondo cui il tasso di popolarità di Macron è solo di poco superiore a quel 26% raggiunto in piena crisi dei gilet gialli. A picco anche la premier Borne.


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