Esteri

FRANCIA PARALIZZATA IN PIAZZA PER LE PENSIONI

di Martina Melli -

EMMANUEL MACRON


La Francia è in piena mobilitazione. Ieri il secondo giorno di scioperi in tutto il Paese, agitato da varie questioni che riguardano i trasporti pubblici, la scuola, la sanità, le raffinerie, le centrali elettriche, ma soprattutto la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron, un piano che punta ad innalzare l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Migliaia di persone si sono organizzate in una grande azione sindacale che ha colpito i principali servizi. Gli autobus, i treni e i tram locali sono stati drasticamente interrotti. Air France ha dichiarato che un servizio a corto e medio raggio su 10 è stato cancellato. Secondo il principale sindacato degli insegnanti, metà dei docenti di scuola materna e primaria è in sciopero. Il sindaco socialista di Parigi, Anne Hidalgo, rispetto al tema pensioni definito “necessario”, ha accusato il Governo di “bugie vergognose”.
Un tumulto iniziato già da un po’: il 19 gennaio scorso, 1,1 milioni di cittadini hanno marciato nella più grande manifestazione contro i cambiamenti delle pensioni in oltre un decennio, il più vasto raduno da quando il presidente di destra Nicolas Sarkozy, nel 2010, ha innalzato l’età pensionabile da 60 a 62 anni.
Secondo Philippe Martinez, del sindacato di sinistra CGT, “Il Governo ha perso la battaglia ideologica. L’affluenza alle urne nelle piccole città e nei villaggi di tutta la Francia ha dimostrato che i politici dovrebbero ascoltare la gente”.
Laurent Berger, capo del più grande sindacato francese, il CFDT moderato, ha affermato che il Governo non può ignorare le proteste: i sondaggi mostrano che, non solo la maggioranza dei francesi disapprova il piano di Macron di aumentare l’età pensionabile, ma supporta e partecipa attivamente alle proteste.
Tutti i principali sindacati si sono uniti in una rara dimostrazione di unità. Queste manifestazioni e marce in piazza costituiscono la prima grande sfida per il secondo mandato del presidente centrista. Macron, dal canto suo, ha ripetutamente detto ai francesi che “hanno bisogno di lavorare di più”, facendo delle pensioni un punto centrale del suo programma di trasformare la Francia rivedendone il modello sociale e il sistema di welfare. Negli ultimi giorni, di fronte a una tale dimostrazione di scontento, il Governo invece di cedere ha indurito i toni, per confermare tutti i cambiamenti che avranno luogo da ora in poi: innalzamento dell’età pensionabile per la maggior parte delle persone e aumento degli anni di contribuzione richiesti per una pensione completa.Il Presidente ha fatto sapere che i cambiamenti sono “essenziali quando ci si confronta con il resto d’Europa. E’ necessario apportare modifiche per salvare il sistema pensionistico statale francese. L’età pensionabile francese di 62 anni è la più bassa rispetto alle altre grandi economie europee”. E ancora: “I cambiamenti sono cruciali per garantire il finanziamento futuro del sistema pensionistico, che potrebbe entrare in deficit nei prossimi anni”.
Tuttavia, diversi oppositori politici sostengono che il sistema sia invece equilibrato: il capo del consiglio consultivo indipendente per le pensioni ha recentemente dichiarato al Parlamento che “la spesa pensionistica non è fuori controllo, ma è abbastanza contenuta”. Il caos nel Paese è scoppiato quando il primo ministro, Élisabeth Borne, ha affermato che l’innalzamento dell’età pensionabile a 64 anni “non è negoziabile”. Nonostante questo, le modifiche alle pensioni devono ancora passare dal Parlamento, dove il gruppo centrista di Macron ha perso la maggioranza assoluta. L’opposizione di sinistra, infatti, ha presentato più di 7.000 emendamenti al disegno di legge nel tentativo di rallentarne il passaggio.
Nel frattempo, come rivelato dai sondaggi e dai giornali regionali, la popolarità di Macron e Borne è diminuita di cinque punti in un mese, e si suppone continuerà a scendere.

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