Esteri

FRANCIA VS MACRON

di Ernesto Ferrante -


Non è passata la prima mozione di censura contro il governo francese di Elisabeth Borne. I deputati si sono espressi sul testo del partito Liot, che ha raccolto 278 voti. Appena 9 in meno della maggioranza assoluta richiesta per essere adottata, 287. Nuovo round per quella presentata dal Rassemblement National di Marine Le Pen.

 

La loro presentazione è avvenuta venerdì scorso, dopo che l’esecutivo ha scelto di “forzare la mano” per far passare la contestata riforma delle pensioni, ricorrendo alla procedura dell’articolo 49 comma 3 della Costituzione. “E’ l’unico modo per fermare la crisi sociale e politica in questo paese”, aveva affermato il deputato di lungo corso Charles de Courson, membro del piccolo gruppo centrista di opposizione Liot.

 

“Elisabeth Borne se ne deve andare” oppure “il presidente deve rimuoverla dall’incarico”. Non vede altre soluzioni Marine Le Pen, capogruppo di Rn, dopo l’esito del voto di sfiducia.
La soglia che appariva irraggiungibile alla luce della spaccatura dei conservatori di Les Republicains, si è rivelata più vicina del previsto. La linea governista del leader Eric Ciotti ha retto solo fino ad un certo punto. La fronda capeggiata da Aurélien Pradié non è inconsistente.
“Il 49.3 non è l’invenzione di un dittatore”, ha dichiarato la premier francese Elisabeth Borne durante il suo intervento in Assemblea Nazionale dopo che diversi oratori hanno lamentato il ricorso all’articolo della Costituzione che consente di porre la fiducia su un particolare provvedimento.
Borne ha accusato le opposizioni della Nupes di “negare” il ruolo del Parlamento. Poi ha rimproverato La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon di “considerare più legittima la piazza”, denunciando “l’odio e la brutalità dei dibattiti parlamentari”.

All’esterno hanno ripreso quota le proteste. I manifestanti hanno dato fuoco a dei cassonetti. Quasi sette francesi su dieci vogliono che i deputati votino la “censura” contro il governo Borne e tra questi anche una maggioranza di quanti hanno dato fiducia ad Emmanuel Macron al secondo turno delle presidenziali. E’ quanto emerge da un’inchiesta Elabe per Bfmtv. Il 68% del campione dice di auspicare la sua caduta. Gli scioperi delle raffinerie contro l’innalzamento dell’età pensionabile stanno avendo ricadute importanti anche sulla vita quotidiana. Numerose stazioni di servizio del sud-est sono a corto di carburante. Nel dipartimento di Bouches-du-Rhone, non lontano dall’Italia, la penuria riguarda il 50% delle “pompe”. Percentuale a due cifre anche a Gard (40,9%), Vaucluse (33,33%), Var (23,24%) e Alpes-de-Haute-Provence (22,22%).

Torna alle notizie in home