Politica

Fratelli d’Italia pigliatutto. A Roma il Pd perde anche la ztl

di Giovanni Vasso -

FRANCESCO ROCCA REGIONE LAZIO ©imagoeconomica


Alessio D’Amato aveva ragione. “Non siamo il partito della Ztl”. E infatti il Partito democratico riesce nell’impresa di farsi superare da Fdi anche nei Municipi del Centro, dove storicamente il centrosinistra ha sempre colto risultati importanti. Intanto Francesco Rocca, che ieri ha ricevuto l’investitura ufficiale a governatore del Lazio dal Viminale, sfoglia la margherita e prenota una seduta dal barbiere. Si taglierà il pizzetto, come promesso in campagna elettorale. E lo farà mentre dovrà decidere quale sarà la sua squadra di governo. Un’impresa non da poco per l’ex presidente della Croce Rossa che ha annunciato una rivoluzione, totale, nell’azione amministrativa e punta forte sulla sanità.

Per chi suona la Ztl

Se c’è un posto che i dem chiamano casa, almeno a sentire i loro avversari, sono i quartieri residenziali del centro delle grandi città. Le Ztl, i luoghi della borghesia ricca e, possibilmente, potente. Fratelli d’Italia è riuscita, a Roma, a trionfare anche nei Castelli arroccati finora leali al Pd. Intendiamoci, il centrosinistra vince ai Municipi I e II ma è nel voto di lista che si apre una crepa. Fdi, infatti, incassa il 27% delle preferenze contro il 25% dei democratici nel primo municipio. La forbice si allarga ancora nel Municipio II. Lì i meloniani hanno ottenuto addirittura il 30% dei consensi mentre il Pd s’è fermato al 24%. Certo, pesa l’erosione di preferenze patita dalla “ditta” a favore del Terzo Polo, che nei quartieri chic sfiora la doppia cifra e ottiene il 9,5% al Municipio I e accarezza l’11% al Municipio II. Ma il segnale è chiaro, considerando il fatto che qui l’affluenza non è stata di certo altissima: gli elettori dem si sono presi un weekend sabbatico. In attesa di un partito nuovo. Ma questo sarà, a deciderlo, la tornata dei gazebo. Nella provincia laziale, invece, non c’è stata partita. Il centrodestra ha letteralmente dominato la sfida lasciando solo qualche briciola agli avversari.
A Latina il centrodestra vola al 68%, a Rieti e a Viterbo ottiene il 64%, mentre a Frosinone si attesta al 57 per cento dei voti. A Roma città, invece, è finita 46 a 40 per la coalizione guidata da Rocca.

Giunta al punto

Francesco Rocca si è già avviato alla Pisana. Il suo primo gesto da governatore sarà quello di tagliarsi il pizzetto, come aveva promesso in campagna elettorale in caso di successo. Poi gli toccherà sfogliare la margherita degli assessori. E qui il neopresidente del Lazio ha problemi, se ci sono, di abbondanza. Fratelli d’Italia, il partito che ne ha espresso il nome, ha conquistato 22 consiglieri a fronte dei sei, tre ciascuno, di Lega e Forza Italia. La tentazione del monocolore sarebbe già stata esorcizzata dalle primissime dichiarazioni durante lo spoglio. Rocca non potrà non tener conto delle indicazioni delle urne. I recordman di preferenze già scalpitano. Giancarlo Righini, con oltre 21mila preferenze, si è già messo “a disposizione del partito”. Aspettano una chiamata anche Antonello Aurigemma, Roberta Angelilli e Fabrizio Ghera. Forza Italia potrebbe mettere sul banco il nome di Fabio Capolei. La Lega, invece, potrebbe rispondere con Pino Cangemi, eletto a Roma insieme a Laura Cartaginese. Il neo presidente ha promesso la nomina della nuova giunta in tempi ragionevolmente brevi. Vorrebbe riuscire a indicare e nominare i suoi assessori tra non più di venti giorni.

Il ritorno del centro

Tante facce nuove ma anche qualche ritorno interessante. Come quello, per esempio, dell’Udc che elegge Nazareno Neri al consiglio regionale. Per i centristi si tratta di un successo importante. E Gianfranco Rotondi lo ha celebrato così: “Fermato a Milano dai cavilli sui certificati elettorali, lo scudo crociato torna invece a Roma, eleggendo un proprio rappresentante in consiglio regionale. È il debutto del nuovo simbolo, frutto della Unione dei due partiti eredi della Dc, fortemente voluto da Lorenzo Cesa e da noi di Verde è Popolare. Mi sembra una premessa molto positiva. Il ritorno dello scudo crociato sarà prezioso per l’azione di governo di Giorgia Meloni e dunque per l’Italia”. Non è un mistero, difatti, che l’ex ministro creda molto nella sinergia tra la premier e il centro.
Opposizione (già) a pezzi

Alessio D’Amato entra in consiglio regionale e, insieme a lui, ce ne saranno altri venti per la minoranza. Di questi, dieci sono stati eletti nelle fila del Pd, due dal Terzo Polo, uno a testa dall’Alleanza Verdi-Sinistra e Civica D’Amato. Il M5s si “consola” con quattro consiglieri regionali più un eletto per il Polo progressista. Sarà il tempo a dire se saranno possibili intese in nome dell’opposizione. Per il momento, i rapporti tra l’area del centrosinistra e quella pentastellata appaiono a dir poco burrascosi. Divisioni su tutto: sui nomi, a cominciare da quello di D’Amato, e sui temi, dall’inceneritore alla sanità. E proprio sulla sanità, l’ex assessore che puntava alla presidenza della Regione, dichiara già da ora guerra senza quartiere a Rocca e alla sua nuova maggioranza: “Partirà una fase nuova, di costruzione dall’opposizione guardando ai temi: la difesa della sanità pubblica e un’attenzione particolare alla cosiddetta autonomia differenziata che è per me un elemento assolutamente dirimente rispetto alle scelte che dovrà fare il Lazio e che farà il nuovo presidente in sede di conferenza Stato-Regioni”.

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