Dossier Ai

FUTURO ARTIFICIALE

di Cristiana Flaminio -


È iniziata l’era dell’intelligenza artificiale. Che vi piaccia oppure no. Bill Gates, l’uomo che ha rivoluzionato l’informatica (guadagnandoci talmente tanto da riscrivere il significato stesso del termine “fortuna”), è sicuro che il mondo si affaccia a un’epoca nuova. Un lungo post, apparso sul suo blog, spiega che il mondo è già cambiato da almeno un anno. Da quando “a metà del 2022” ha lanciato una sfida al team di OpenAi di Microsoft: fare un’Ai così intelligente “da superare un esame di biologia avanzata”. Il risultato, assicura Gates, è andato oltre ogni più rosea aspettativa: “Mi aspettavo di tenerli occupati per qualche anno, hanno risolto tutto in pochi mesi”. Così è nata Gpt, così l’intelligenza artificiale è arrivata sul “mercato” e così Bill Gates può urlare al mondo di aver fatto la sua seconda personalissima rivoluzione in 40 anni, dopo quella avviata nel 1980 con la creazione di Windows.
Bill Gates deve pur “vendere” la sua creatura. E deve farlo adesso, approfittando di un eccezionale vantaggio strategico rispetto alla concorrenza. Google tenta, disperatamente, di stare al passo. Rilanciano, da Mountain View, il progetto Bard. Meta, invece, ha dovuto fare un passo indietro dopo il clamoroso flop di Galactica che, con le sue risposte sballate ha convinto i manager di Menlo Park a chiudere la ricerca. Bisogna trovare un tema importante da “appiccicare” all’Ia per tirarne la volata. Sì, va bene la “chiacchiera digitale” con l’Ai che però, dopo un po’, stufa. Gates ha pensato a tutto. A cosa servirà l’intelligenza artificiale? Ma, naturalmente, servirà a salvare il mondo.
Per il fondatore di Microsoft, mettere l’ultima innovazione tecnologica al servizio della medicina è parso fin troppo naturale. Gates nota: “A livello globale, la peggiore disuguaglianza è nella salute: 5 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno. È sceso rispetto ai 10 milioni di due decenni fa, ma è ancora un numero incredibilmente alto. Quasi tutti questi bambini sono nati in paesi poveri e muoiono per malattie che si possono prevenire come la diarrea o la malaria. È difficile immaginare un uso migliore delle IA che salvare la vita dei bambini”. Ma dell’Ia potranno avvantaggiarsi anche i ragazzi dei Paesi più sviluppati. Che, in questi ultimi anni, stanno perdendo colpi. Specialmente nelle materie Stem: “Negli Usa, la migliore possibilità di utilizzo è nel migliorare l’istruzione, in particolar modo per la matematica. Che è fondamentale, come dicono gli studi, per ottenere le migliori possibilità di carriera, a prescindere dal campo settoriale. Ma i voti in matematica, nel Paese, stanno precipitando specialmente per i neri, i latini e gli studenti più poveri. L’Ai può aiutarli”. Inoltre, per Gates, l’Ai può aiutare contro il riscaldamento climatico per aiutare “i più poveri della Terra”. Insomma, l’intelligenza artificiale si pone come la manna dal Cielo per aiutare l’uomo a vincere le sfide epocali. Ma, come insegna la saga Marvel, a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità. L’Ia può rappresentare, come ogni macchina, uno strumento potentissimo se messo nelle mani sbagliate. Bill Gates liquida gli errori di “contesto” affermando che i programmatori ci stanno lavorando. Il problema nascerebbe, spiega, se fosse usata per scopi malvagi. Perciò “governi e privati devono collaborare”. C’è pure il tema, fantascientifico, delle macchine che si ribellano all’uomo. Tuttavia, rassicura: “L’Ai per ora non può controllare il mondo e non può stabilire i suoi propri obiettivi e traguardi”.


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