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Garlasco, caccia a Ignoto 3 e l’ipotesi del “doppio killer” che fa tremare la difesa di Sempio

Per la Procura di Pavia il Dna trovato nel cavo orale di Chiara potrebbe essere del complice di Sempio

di Rita Cavallaro -


Garlasco – Caccia aperta a Ignoto 3, l’uomo che ha lasciato il suo Dna nella bocca di Chiara Poggi. Dopo diciott’anni il corpo della 26enne massacrata il 13 agosto 2007 nella villetta di Garlasco parla. E restituisce un codice genetico che, per gli inquirenti, sarebbe quello dell’assassino, mentre per la difesa del nuovo indagato Andrea Sempio e per la famiglia Poggi è soltanto una contaminazione.

Caso Garlasco, chi è Ignoto 3 e l’ipotesi del complice

Al momento quella traccia genetica, isolata dal perito del giudice Denise Albani sul tampone, tecnicamente è considerata appartenere a un terzo uomo, dopo i due profili di Ignoto 1, ritenuto dall’accusa appartenere a Sempio, e di Ignoto 2, tutt’ora sconosciuto, rilevati sulle unghie della vittima. Per la Procura di Pavia, diretta da Fabio Napoleone, il Dna trovato nel cavo orale di Chiara potrebbe essere del complice di Sempio, al momento l’unico indagato per omicidio in concorso con altre persone.

Un dato significativo sul fronte dell’inchiesta, che rafforzerebbe l’impianto accusatorio contro Sempio, il cui pilastro è proprio la traccia del doppio killer sulla scena del crimine. E ora gli investigatori sono al lavoro per dare un nome e un volto a quel profilo genetico, robusto e completo, già confrontato con quello di Stasi, di Sempio e degli altri soggetti maschili entrati in contatto con il tampone orofaringeo o con il cadavere della vittima in sede autoptica. Il prossimo passo sarà quello di escludere o confermare l’ipotesi sostenuta in queste ore dai consulenti di parte, i quali insistono che quel profilo, ritenuto perfettamente attribuibile dalla genetista visto che possiede 22 marcatori su 24, sia infinitesimale e frutto di una contaminazione sulla garza durante l’autopsia effettuata dal dottor Marco Ballardini il 16 agosto 2007.

Il perito del giudice si confronterà con il medico legale per capire come quel tampone orofaringeo, perché è questo che viene indicato nella relazione autoptica e non la garza, fu prelevato all’epoca. Nel mentre verranno disposti una trentina di tamponi salivari a tutti gli operatori che possano essere entrati in contatto con il corpo di Chiara, per escludere che il materiale biologico sia stato depositato nella bocca della vittima dopo la morte e risalire al soggetto che avrebbe potuto contaminare il campione.

A far propendere i consulenti verso la contaminazione e non l’ultima azione di un killer c’è la circostanza che sulla garza sono stati trovati altri profili genetici, già considerati come frutto di inquinamento. Oltre a Ignoto 3, i test confermati da una seconda replica nell’incidente probatorio hanno accertato che in due delle tracce c’è il codice genetico dell’assistente tecnico del medico legale, Ernesto Gabriele Ferrari, misto a quello di uno sconosciuto. Gli altri due, invece, sono illeggibili. Gli accertamenti dunque partiranno dall’approfondimento sull’eventuale contaminazione e, qualora non ci sia un match, proseguiranno sul binario principale che vede Sempio sulla scena del crimine con altre persone.

Gli inquirenti, infatti, ricostruiranno il giro della comitiva dell’indagato, spostando l’asse oltre il gruppo ristretto della cerchia degli amici di Marco Poggi, il fratello della vittima, composta anche da Alessandro Biasibetti, Roberto Freddi e Mattia Capra. Sotto la lente quei giovani che all’epoca avevano contatti con Sempio. Tra questi c’è Michele Bertani, l’amico suicida dell’indagato, finito sotto i riflettori investigativi per le intercettazioni del 2017, quando Sempio era stato accusato per la prima volta per il delitto. E mentre era da solo in auto, nei giorni successivi all’interrogatorio di febbraio, aveva ricordato Bertani in tre soliloqui. “Era un grande amico, davvero un grande amico, siamo cresciuti assieme poi negli ultimi anni ci siamo persi . Da 0 a 18 anni tutte le cazzate le abbiamo fatte assieme, tutte le cose le abbiamo fatte assieme, ci vedevamo tutti i giorni.. e poi un anno fa si è impiccato.. Michele si è impiccato, si è impiccato, si è impiccato”, ripeteva Sempio il 14 febbraio, alla guida della sua auto mentre i carabinieri lo ascoltavano. Bertani, dopo il suicidio, è stato cremato. Gli inquirenti ora valuteranno se e come prelevare il suo Dna.


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