Garlasco, il ritorno delle foto dimenticate e il peso dei dubbi
Le foto inedite di Andrea Sempio in via Pascoli a Garlasco sono state acquisite dalla procura per le indagini. Ma cosa ci dicono, ad oggi?
Per diciotto anni sono rimaste chiuse dentro un hard disk che sembrava morto. Un contenitore muto, dimenticato. Poi, all’improvviso, quelle immagini sono tornate alla luce. E hanno riportato tutti a via Pascoli, Garlasco, 13 agosto 2007, il pomeriggio in cui Chiara Poggi venne trovata senza vita nella sua abitazione. Sono diciannove scatti, granelli di tempo sospesi tra le 15:38 e le 16:14. Li ha pubblicati la youtuber Francesca Bugamelli, recuperandoli dal lavoro di una fotografa locale che quel giorno era lì, tra la polvere, il caldo e il silenzio attonito del quartiere. E in quegli scatti compare Andrea Sempio, oggi indagato dopo anni di posizione defilata nelle carte processuali. Allora aveva 19 anni, capelli lunghi, un filo di barba.
Le foto di Sempio in via Pascoli a Garlasco
La primissima immagine lo ritrae dentro una Daewoo Lanos bianca, finestrino abbassato. Sta parlando con una giornalista della Provincia Pavese, taccuino in mano. Passano i minuti, gli scatti avanzano. La strada resta pressoché deserta, contrariamente a quella “calca” che Sempio — nei verbali del tempo — descrisse come il motivo che lo spinse a tornare una seconda volta. Ma le fotografie non mostrano ressa, anzi poche figure: la mamma di Chiara, le gemelle Cappa, alcuni cronisti, la Pm Muscio, il colonnello Cassese.
E poi, di nuovo, Andrea. Alle 16:13, nell’ultimo scatto, si vede sua madre di spalle che si allontana. Sullo sfondo, due vigili delimitano l’area con il nastro bianco e rosso. E appena più in là, si distinguono Andrea e suo padre, Giuseppe, che parlano con un altro giornalista. Un quadro tranquillo, quasi immobile. Nel 2007 Sempio disse ai carabinieri di essere passato per caso, di aver visto solo un’ambulanza, di essere tornato più tardi “per pura curiosità” e di aver trovato “molta gente”. Poi raccontò di aver avvisato suo padre e di esservi tornato insieme.
Il padre, anni dopo, confermò: primo passaggio veloce, poi la notizia, poi il ritorno. Ora però quelle immagini diventano qualcosa di diverso: un controcampo. La Procura di Pavia e il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano hanno deciso di acquisire gli originali. Perché in un caso come Garlasco – riaperto dopo 18 anni e vista anche la recente compatibilità del DNA sotto le unghie di Chiara con quello della famiglia Sempio – anche pochi minuti potrebbero pesare sulla “fine” di questa storia.
Cosa ci dicono queste foto?
Ma cosa ci dicono queste foto per le indagini sul caso Garlasco? Nulla. O meglio, nulla a di tangibile a proposito dell’indagine per l’omicidio di Chiara Poggi. Anzi, come dichiarato dalla legale dell’indagato, Angela Taccia, queste foto “non fanno altro che attestare la veridicità di quanto dichiarato da Andrea Sempio relativamente a ciò che fece il 13 agosto 2007”. Eppure, al momento, ogni mossa – passata e presente – del 37enne sotto indagine è illuminata dai riflettori non solo della procura, ma anche dell’opinione pubblica. Il tutto in attesa della fine dell’incidente probatorio prevista per il 18 dicembre.
Tuttavia, non si può fare un processo sulle supposizioni e non sempre arriva una condanna quando si parla di processo indiziario. Il caso del delitto di Perugia – con l’assoluzione in Cassazione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito – ne è la dimostrazione. Non basta un pesante quadro indiziario quando esistono dei dubbi che vanno a comprometterlo.
Anche al netto di quelle che possono essere le defaillances e gli errori investigativi, i reperti contaminati – o mancanti – e le prove contraddittorie, che anche nel caso del delitto di Garlasco sono state protagoniste di indagini e di quella che – al momento – è la verità giudiziaria. Quella che vede in carcere Alberto Stasi, condannato in via definitiva per omicidio.
Una storia che potrebbe non essere terminata, visto che al momento l’ex fidanzato di Chiara Poggi è formalmente “persona interessata” nel procedimento riaperto nei confronti di Andrea Sempio. Per questo motivo ormai da mesi aleggia l’idea – e la pressione – su una possibile nuova istanza di revisione del processo a suo carico. L’impasse sulla questione ormai sembra averla vinta, almeno fino alla chiusura delle indagini.
A dirlo sono gli stessi legali di Stasi, rimasti cauti anche dopo i risultati della perizia della genetista Albani, che indicano compatibilità tra il materiale genetico e la linea paterna Sempio. Il nodo è quello previsto dal Codice di procedura penale: una revisione può essere chiesta, tra gli altri casi, quando esiste un contrasto teorico tra giudicati, cioè due sentenze inconciliabili. Ma ciò può accadere solo davanti a un’eventuale condanna definitiva di Sempio, dopo tre gradi di giudizio. “Forse tra sette anni?” commenta l’avvocata Bocellari, lasciando intuire la prospettiva. Lunga, ma non troppo, almeno per quanto riguarda la fine delle indagini. Perché una volta concluse, ribadisce la legale “potremo capire se esistono elementi davvero nuovi, capaci da soli o insieme ad altri di dimostrare l’innocenza di Stasi oltre ogni ragionevole dubbio”.
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