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Garlasco, spunta un supertestimone: a rischio l’alibi di Sempio. “Lo scontrino non era suo”

Il ticket era stato ritenuto la prova dell'alibi dell'amico del fratello di Chiara Poggi

di Eleonora Ciaffoloni -


Un nuovo colpo di scena scuote il caso Garlasco. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sarebbe emerso un supertestimone in grado di smontare l’alibi dello scontrino che da anni rappresentava uno dei punti chiave della difesa di Andrea Sempio, il nuovo indagato nell’inchiesta riaperta dalla Procura di Pavia.

Sempio e l’alibi dello scontrino

Gli inquirenti avrebbero infatti individuato e ascoltato una persona “informata sui fatti”. Secondo il quotidiano, questa potrebbe far crollare definitivamente la credibilità di quel ticket del parcheggio di Vigevano datato 13 agosto 2007, fornito ai carabinieri un anno dopo il delitto, il 4 ottobre 2008, quando Sempio venne interrogato per la seconda volta.

Quel biglietto si era trasformato nella prova dell’alibi dell’amico del fratello della vittima. E aveva avuto un ruolo decisivo nella prima archiviazione del caso a suo carico, firmata nel 2017 dal gip Fabio Lambertucci su richiesta della procura di Pavia. All’epoca, infatti, lo scontrino sembrava dimostrare che Sempio si trovasse lontano da Garlasco nelle ore dell’omicidio.

Ora però il racconto del nuovo testimone, scrive ancora il Corriere, metterebbe in discussione origine e veridicità di quel documento, ritenuto fino a oggi autentico. L’alibi dello “scontrino salvifico” sarebbe dunque vacillante, e gli investigatori pavesi considerano questo sviluppo “dirompente” per la ricostruzione complessiva del caso.

Nel verbale d’interrogatorio del 10 febbraio 2017, reso davanti ai pm Mario Venditti e Giulia Pezzino, Sempio aveva dichiarato che lo scontrino era stato “ritrovato da mio padre o da mia madre sulla macchina qualche giorno dopo il fatto”. Aggiungendo che i genitori avevano deciso di conservarlo “per sicurezza”.

Quel dettaglio, apparentemente marginale, è ora tornato al centro dell’attenzione. Perché l’intera vicenda rientra nel nuovo filone d’indagine aperto dalla Procura di Brescia, che vede l’ex procuratore aggiunto Venditti indagato per corruzione in atti giudiziari.

Se le dichiarazioni del nuovo testimone fossero confermate, l’alibi di Sempio potrebbe vacillare e l’inchiesta sul delitto di Garlasco aprirsi a nuovi, clamorosi scenari.


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