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Esteri

Gaza City sotto assedio: tank israeliani nella città e intensi raid aerei

L'Idf ha iniziato l'invasione, 350mila palestinesi verso altre zone della Striscia. Le famiglie degli ostaggi verso la residenza di Netanyahu

di Giuseppe Ariola -


La crisi in Medio Oriente raggiunge un nuovo livello di drammaticità: carri armati di Israele sono entrati in via Al-Jalaa, nel cuore di Gaza City, mentre contemporaneamente si registrano intensi attacchi aerei, con droni ed elicotteri Apache. A riferirlo sono i media palestinesi, secondo cui le esplosioni sono così forti da essere udibili a diversi chilometri di distanza. Secondo l’emittente israeliana Channel 12, l’aviazione israeliana sta colpendo principalmente la zona nord-occidentale di Gaza City, con bombardamenti definiti “intensi e significativi” da una fonte della sicurezza. Anche i residenti del centro di Israele hanno riferito di aver sentito esplosioni provocate dagli attacchi. Parallelamente, raid aerei hanno interessato anche il campo profughi di Nuseirat, nella Striscia centrale. Una situazione che sta mettendo in ginocchio la popolazione civile, con migliaia di persone costrette a evacuare verso est e sud. Le strade di Gaza City, come mostrano diversi video diffusi sui social, sono intasate da auto e mezzi in fuga.

Oltre 350mila palestinesi hanno finora lasciato Gaza City dirigendosi verso altre zone della Striscia. E’ la stima delle Idf che si riferisce a quante persone avessero abbandonato Gaza City prima del lancio dell’offensiva militare per occupare la città.

Secondo una fonte della difesa citata dal Times of Israel, altre migliaia di persone avrebbero abbandonato Gaza City durante la notte per i massicci attacchi aerei sulla città. La fonte ha aggiunto che il numero di civili palestinesi che lasceranno Gaza City probabilmente aumenterà con il progredire dell’offensiva terrestre delle Idf contro Hamas.

I quartieri sotto assedio

Fonti palestinesi riferiscono che gli attacchi dell’esercito israeliano si stanno concentrando in almeno tre aree di Gaza City: Sheikh Radwan, Al-Karama e la costa. Le truppe israeliane sarebbero entrate anche a Tel Al-Hawa, dove starebbero utilizzando nuove armi tecnologiche descritte come “bombe robot”. Nei video condivisi online si distinguono chiaramente il rumore del fuoco di artiglieria, le sirene, i bombardamenti aerei e il volo a bassa quota degli elicotteri Apache. Una fonte di sicurezza israeliana, citata dalla tv pubblica Kan, ha confermato che “l’Idf sta attaccando Gaza City con forza”.

Netanyahu ringrazia Trump

In un momento di massima tensione, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicato un messaggio su X (ex Twitter) ringraziando l’ex presidente americano Donald Trump per il suo “incrollabile sostegno alla battaglia di Israele contro Hamas e per il rilascio degli ostaggi”. Poco prima, Trump aveva avvertito Hamas che “tutto è perduto” se fosse vero che il movimento islamista sta tentando di portare gli ostaggi in superficie per evitare un assalto israeliano dentro Gaza City.

L’appello disperato delle famiglie degli ostaggi

Mentre l’operazione militare entra nella sua fase più cruenta, cresce la rabbia delle famiglie israeliane con parenti prigionieri a Gaza. L’Hostages Families Forum ha lanciato un “appello disperato” chiedendo al governo di proteggere i propri cari. In una nota pubblicata dal Times of Israel, il Forum denuncia: “La 710° notte a Gaza potrebbe essere l’ultima per gli ostaggi che sopravvivono a malapena. È anche l’ultima occasione per restituire i corpi di chi è già morto per una degna sepoltura”. Il gruppo accusa Netanyahu di aver “consapevolmente sacrificato” gli ostaggi “sull’altare delle considerazioni politiche”, ignorando anche i consigli del Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa israeliane, che avrebbe messo in guardia contro l’attacco a Gaza City. Secondo le stime israeliane, almeno 22 ostaggi sarebbero ancora vivi e detenuti proprio nella città ora sotto assedio. Alla luce delle ultime notizie, numerose famiglie di rapiti si sono radunate davanti alla residenza del primo ministro a Gerusalemme per protestare contro la gestione della crisi. Tra i presenti: Einav Tsangaoker, madre di Matan Tsangaoker; Ofir Breslavsky, padre di Rom Breslavsky; e Anat Engerst, madre del soldato rapito Matan Engerst. Le famiglie chiedono al governo di fermare l’avanzata militare e di mettere al primo posto il salvataggio degli ostaggi, ritenendo l’operazione un rischio mortale per i loro cari.

“Il destino dei prigionieri dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza è determinato dal governo terrorista di Netanyahu”, ha affermato Hamas. “La distruzione sistematica e la campagna fascista di annientamento che Gaza sta subendo minacciano anche la vita dei soldati israeliani catturati”, ha aggiunto.

Una città sotto fuoco intensivo

Intanto, la situazione a Gaza City peggiora di ora in ora. Le testimonianze dei residenti parlano di una città “sotto fuoco intensivo”, con artiglieria, bombardamenti aerei e mezzi blindati israeliani che avanzano nel cuore urbano. Le immagini che arrivano dal terreno mostrano colonne di fumo, evacuazioni di massa e quartieri devastati. Per la popolazione civile, già provata da mesi di conflitto, è un nuovo incubo fatto di paura, distruzione e incertezza sul futuro.


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