Esteri

Gaza, è corsa agli aiuti umanitari. Teheran chiede a Guterres di fermare Israele

di Ernesto Ferrante -


Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha firmato oggi l’ordine per la Bundeswehr, la forza aerea del Paese, che prevede il lancio di aiuti di prima necessità alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza. La Francia prende già parte a questa iniziativa.

Gli Stati Uniti, procederanno invece via mare, attraverso un molo galleggiante al largo dell’enclave, con l’obiettivo di arrivare a distribuire circa due milioni di pasti al giorno. Sono più di mille i soldati americani che parteciperanno all’operazione.

La struttura, come ha spiegato sempre il Pentagono, sarà costituita da un grande molo galleggiante composto da segmenti di acciaio e una banchina più piccola che sarà collegata alla terraferma da una strada rialzata a due corsie lunga 548 metri, composta da pezzi di acciaio di 12 metri uniti tra loro e fissati alla riva. Le navi mercantili consegneranno i rifornimenti alla costruzione sull’acqua e da lì verranno scaricati su una serie di chiatte e navi più piccole che raggiungeranno la banchina, che porterà alla Striscia attraverso una strada assemblata in mare e “conficcata” nella spiaggia, in modo da permettere ai militari statunitensi di non sconfinare.

Il contenuto dei container verrà caricato sui camion per essere portato ai punti di distribuzione all’interno di Gaza, come da intesa tra i governi statunitense e israeliano. Alla Bbc è stato detto che Fogbow, la società privata gestita da ex funzionari militari e di intelligence, che supporta gli Usa in questa missione, è ancora alla ricerca di finanziamenti e prevede di creare una fondazione gestita da donatori per rafforzare la sua azione di supporto.

Due fonti a conoscenza dei fatti, hanno spiegato che le Forze di Difesa Israeliane (Idf) gestiranno la sicurezza “esterna” per impedire che folle di civili raggiungano la spiaggia e per rendere l’area sicura. La responsabilità della corretta distribuzione graverà sui palestinesi locali e disarmati.

Il Dipartimento di Stato statunitense ritiene questa strategia in grado di fare la differenza, anche se non sarà abbandonata quella via terra.

Sempre in tema di sostegno umanitario, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha avuto un colloquio telefonico con l’emiro del Qatar, Tamim Bin Hamad, definito “positivo”. In un tweet, von der Leyen ha reso noto di aver “accolto con favore il fatto che il Qatar si unisca al corridoio marittimo per fornire aiuti umanitari fondamentali a Gaza”. Con l’emiro, ha aggiunto, “abbiamo anche discusso degli sforzi volti a garantire il rilascio degli ostaggi e a stabilire una pausa umanitaria tanto necessaria”.

Dovrebbe raggiungere le coste di Gaza domani in mattinata la nave dell’ong spagnola Open Arms, salpata ieri da Cipro con 200 tonnellate di aiuti per la popolazione palestinese. E’ la prima imbarcazione ad utilizzare il corridoio umanitario marittimo tra Cipro e la Striscia.

L’invio di una nave umanitaria da Cipro diretta a Gaza è una risposta “inadeguata” ai bisogni di 2,4 milioni di abitanti. Lo ha dichiarato in una nota un portavoce di Hamas, Salama Marouf, secondo cui “il carico annunciato della nave non supera quello di uno o due camion e impiegherà giorni ad arrivare”.

Marouf ha quindi espresso dubbi sulla logistica e sollevato preoccupazioni sui controlli israeliani. “Non si sa ancora dove attraccherà e come raggiungerà le coste di Gaza – ha affermato – Inoltre, sarà soggetta a ispezione da parte dell’esercito occupante”.

Un magazzino in cui erano erano contenuti aiuti umanitari è stato colpito in un raid delle Forze di difesa israeliane (Idf) a Rafah. A denunciarlo è denuncia l’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi. L’emittente al-Jazeera ha parlato di morti e feriti nell’attacco.

Le continue uccisioni di palestinesi da parte di Israele e l’assedio di Gaza costituiscono l’allarme di un “disastro umanitario senza precedenti”. Lo ha scritto il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian in una lettera indirizzata al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, al segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione islamica Hissein Brahim Taha, al presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Yamazaki Kazuyuki e ai ministri degli Esteri di paesi musulmani e di altri paesi.

“Con l’inizio del sacro mese di digiuno del Ramadan e nelle attuali circostanze, si legge nella missiva del ministro, nelle quali stiamo assistendo alla continua incapacità del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di fermare la guerra contro la Striscia di Gaza e la Cisgiordania a causa dell’ostruzione del tutto evidente e deliberata da parte degli Stati Uniti, che blocca qualsiasi misura efficace da parte del Consiglio attraverso l’uso estremo del suo potere di veto, è assolutamente necessario che la comunità internazionale trovi soluzioni pratiche e adotti misure serie per sostenere il popolo palestinese, fermi immediatamente gli attacchi militari contro la Striscia di Gaza e metta fine all’attuale terribile situazione”.

Amir-Abdollahian ha evidenziato inoltre come l’Iran abbia condannato fermamente le azioni dello Stato ebraico nel separare le parti settentrionale e meridionale della Striscia di Gaza, affamando la popolazione.

Il capo della diplomazia di Teheran ha sottolineato la necessità di adottare misure efficaci per impedire a Israele di effettuare qualsiasi “potenziale azione aggressiva” contro i fedeli palestinesi a Gerusalemme durante il Ramadan.


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