Gaza e Kiev unite da un filo rosso: sarà un altro anno di sangue
Dopo l’annuncio del presidente russo Vladimir Putin sulla durata del conflitto in Ucraina, è arrivato quello delle Forze di Difesa Israeliane sul protrarsi delle ostilità a Gaza. I buoni auspici sono sfumati insieme ai rumori dei botti e dei tappi delle bottiglie di chi ha potuto brindare nella parte fortunata del mondo.
L’esercito israeliano ha affermato di aspettarsi che il conflitto nella Striscia di Gaza vada avanti per tutto il 2024. Nel messaggio di Capodanno, il portavoce delle IDF ha chiarito che gli schieramenti delle truppe verranno adeguati per prepararsi a “combattimenti prolungati”.
Daniel Hagari ha detto che alcune unità, soprattutto i riservisti, verranno ritirate per esclusivamente per consentirgli di riorganizzarsi: “Questi adattamenti hanno lo scopo di garantire la pianificazione e la preparazione per la continuazione della guerra nel 2024. Nessun allentamento all’orizzonte, dunque.
“L’IDF deve pianificare in anticipo sapendo che ci saranno ulteriori missioni e che i combattimenti continueranno per il resto dell’anno”, ha insistito.
Quattro palestinesi sono stati uccisi in un’operazione “antiterrorismo” condotta dai soldati di Tel Aviv nei pressi di Qalqilia, in Cisgiordania, nel corso della quale sono state anche sequestrate ingenti quantità di armi.
A Jenin decine di giovani palestinesi hanno marciato per le strade imbracciando i fucili e scandendo slogan anti-israeliani. Lo ha riportato al-Jazeera. Erano gli uomini della Brigata Jenin delle Brigate Al-Quds, l’ala militare della Jihad islamica, che hanno organizzato una una parata militare a sostegno della “resistenza palestinese”.
Hamas, attraverso intermediari del Qatar e dell’Egitto, ha presentato a Israele la sua proposta per un nuovo accordo sui prigionieri, ma lo Stato ebraico l’ha ritenuta inaccettabile. A riferirlo è stato il portale di notizie Axios, citando funzionari israeliani. La soluzione individuata dal movimento di resistenza palestinese, era articolata in tre fasi, ciascuna prevedeva una pausa nelle ostilità per più di un mese in cambio del rilascio degli ostaggi. Nella prima, a Israele veniva chiesto di ritirare le sue truppe da Gaza in cambio del rilascio di circa 40 ostaggi. Mentre quella avrebbe garantito il rilascio dei soldati israeliani detenuti nell’enclave palestinese e la fine della guerra.
“La proposta che abbiamo ricevuto domenica da Hamas era totalmente fuori base e abbiamo chiesto ai mediatori di provare a produrre una proposta più accettabile. Ci stanno lavorando e vediamo cosa succede. I negoziati non sono più bloccati ma non si stanno realizzando. Ci sono ancora dei progressi significativi” da compiere, ha rivelato un funzionario israeliano al portale. Si ritiene che Hamas detenga ancora oltre 100 ostaggi.
Continua ad essere “caldo” anche il fronte esterno. Il governo siriano ha denunciato un raid degli israeliani contro la periferia di Damasco lanciato dalle Alture del Golan occupate. In una nota del ministero della Difesa siriano pubblicata su Facebook si legge che l’attacco è avvenuto intorno alle 4.35 ora locale contro diverse zone dell’area rurale di Damasco, provocando danni.
E’ stata sventata, invece, un’azione offensiva condotta con un drone Shahed contro l’aeroporto di Erbil, nel nord dell’Iraq, dove sono stanziate forze americane e internazionali. A darne notizia è stata l’emittente al-Arabiya.
L’Iran ha ringraziato i miliziani yemeniti Houthi per il loro “sostegno al popolo palestinese oppresso”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdolahian, rivolgendo parole di elogio per “la posizione forte e autorevole di Ansarullah nel sostenere il popolo oppresso della Palestina”. Amirabdolahian ha avuto un incontro nelle scorse ore con il portavoce e capo negoziatore degli Houthi Mohamed Abdulsalam.
Con una mossa a sorpresa, Israele ha deciso di comparire davanti alla Corte penale Internazionale dell’Aja per difendersi dalle accuse del Sudafrica di compiere un genocidio a Gaza. Lo ha comunicato al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth il capo del Consiglio di sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi.
“Israele, che ha firmato da tempo la Convenzione sul genocidio, non boicotterà il procedimento: parteciperemo e confuteremo l’assurda accusa che equivale a una diffamazione”, ha spiegato. La Corte Internazionale di Giustizia ha annunciato di aver ricevuto la richiesta dal Sudafrica di perseguire Israele per genocidio nella Striscia di Gaza.
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