Esteri

Gaza: la strage degli affamati, così Israele allontana la tregua

di Ernesto Ferrante -


È di oltre 104 morti e 760 feriti il bilancio del raid israeliano contro una folla che si era riunita alla rotonda di Nabulsi in Al-Rashid Street, a Gaza, in attesa della consegna del cibo. Diversi testimoni e il corrispondente sul posto di Al Jazeera hanno raccontato che gli uomini e le donne in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, sono stati massacrati con proiettili di artiglieria, missili di droni e colpi di arma da fuoco.
Il camion, che avrebbe dovuto consegnare aiuti alimentari, è stato utilizzato per rimuovere dalla strada numerosi palestinesi uccisi e trasferire quelli con ferite di diversa entità presso le strutture sanitarie più vicine, gli ospedali al-Shifa e Kamal Adwan, che non dispongono di forniture mediche o personale in quantità sufficiente per affrontare così tanti casi di emergenza. Dato l’alto numero delle vittime, si è reso necessario anche l’utilizzo di carri trainati da asini.
Hamas ha parlato di un “massacro orrendo, senza precedenti nella storia dei crimini di guerra”, che rientra nel piano dello Stato ebraico di “cancellare” la causa palestinese e sfollare dalle loro terre chi ci vive da sempre.
In una nota, il movimento di resistenza islamica ha chiesto alla “Lega araba e al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di riunirsi urgentemente e di agire per fermare le uccisioni di massa e la pulizia etnica a Gaza da parte di Israele”. E questo perché, ha aggiunto, “tutti i paesi arabi devono rompere il silenzio riguardo al genocidio contro il nostro popolo’ e mobilitarsi immediatamente per portare cibo e aiuti medici a Gaza”.
Sul quotidiano “Filastin”, il dirigente dell’organizzazione, Izzat al-Rishq, ha chiarito che “i negoziati condotti dalla leadership di Hamas non sono un processo aperto a scapito del sangue del nostro popolo” e avvertito che “il nemico subirà le conseguenze del fallimento dei negoziati finché persisterà nei suoi crimini contro il nostro popolo”.
Il pugno duro potrebbe rivelarsi un boomerang per Tel Aviv. “Non preoccupatevi, gli israeliani sono esattamente dove li vogliamo. L’alto numero di vittime civili a Gaza aumenterà la pressione mondiale su Israele affinché metta fine alla guerra”, si legge nel messaggio che Yahya Sinwar ha inviato tramite un corriere agli alti funzionari del gruppo presenti in esilio in Qatar. Inoltre, Sinwar ha assicurato che i raid aerei israeliani non sono riusciti ad eliminare tutti i comandanti di Hamas e che le Brigate al-Qassam, braccio armato del gruppo, si stanno muovendo bene.
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, ha condannato con parole pesanti come pietre quanto è accaduto: “Un orribile massacro condotto dall’esercito di occupazione israeliana. L’uccisione di questo gran numero di vittime civili innocenti è parte integrante della guerra genocida commessa dal governo occupante contro il nostro popolo. Israele e le autorità di occupazione israeliane hanno la piena responsabilità e ne saranno ritenute responsabili davanti ai tribunali internazionali”.
Giordania ed Egitto hanno preso posizione contro il “brutale” e “disumano” attacco da parte “delle forze di occupazione israeliane” ai danni dei palestinesi disarmati che aspettavano “di ricevere aiuti sulla rotatoria di Nabulsi vicino a Al-Rashid Street a Gaza”.
“Riteniamo il prendere di mira cittadini pacifici che si affrettano a ritirare la loro parte di aiuti un crimine vergognoso e una flagrante violazione del diritto internazionale”, ha proseguito il ministero degli Esteri del Cairo, esortando la comunità internazionale a mettere fine alle ostilità.
Per Mustafa Barghouti, leader del partito Iniziativa Nazionale Palestinese, “i governi occidentali sono complici dei crimini di Israele”.
L’artiglieria israeliana ha colpito più volte il sud del Libano. La rete Al Mayadeen affiliata a Hezbollah, ha precisato che l’Idf ha centrato degli obiettivi nella città di a-Naquora. Gli uomini di Nasrallah hanno rivendicato la responsabilità del lancio di dieci razzi sul nord di Israele.


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