Esteri

Gaza, negoziati nella fase iniziale

Jeremy Diamond preso di mira dai coloni israeliani in Cisgiordania

di Ernesto Ferrante -


I negoziati indiretti in corso a Doha tra Israele e Hamas per arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sono ancora “nella prima fase”. A comunicarlo alla stampa è stato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari. “Le discussioni sull’accordo quadro sono ancora in corso. Entrambe le delegazioni sono presenti qui a Doha e i mediatori stanno intensificando gli sforzi per raggiungere un’intesa”, ha spiegato Al-Ansari.

La precisazione di Majed Al-Ansari

“I negoziati sono ancora nella prima fase, che consiste specificamente nel raggiungere un accordo di principio prima dei negoziati che inizieranno, se Dio vuole, nella fase successiva. Non possiamo dire se domani si raggiungerà un accordo o se le trattative falliranno”, ha aggiunto il portavoce, ma “riteniamo che non ci sia alcuna situazione di stallo”.

Si aggrava il bilancio della strage degli affamati. Sono 865 le persone che sono state uccise nelle ultime sei settimane vicino ai centri di distribuzione aiuti nell’enclave palestinese. Lo ha denunciato l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani precisando che 674 palestinesi hanno perso la vita nelle vicinanze dei siti di distribuzione aiuti dell’americana Gaza Humanitarian Foundation (Ghf).

Le Idf costringono i civili a spostarsi a sud

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno emesso un ordine di evacuazione per Gaza City e Jabalia, nel nord della Striscia. “Le Idf stanno operando nella zona con maggiore forza per annientare il nemico e le organizzazioni terroristiche. I combattimenti si stanno estendendo verso ovest, verso il centro città”, ha affermato il portavoce in lingua araba delle Idf, il colonnello Avichay Adraee, su ‘X’. Ai civili palestinesi è stato intimato di dirigersi a sud, nella zona costiera di Mawasi.

L’ipocrisia dell’Ue

Bruxelles finge di alzare la voce con Tel Aviv per poi elogiarne le “concessioni”. “Non deve restare sulla carta l’intesa raggiunta con Israele per migliorare davvero la situazione sul campo” nella Striscia di Gaza. Lo ha detto l’Alto rappresentante della politica estera della Ue, Kaja Kallas. “È il momento per implementare” quell’intesa, ha continuato Kallas, riconoscendo che “abbiamo visto alcuni segnali positivi, come l’apertura del valico di confine” o “la ricostruzione delle linee dell’elettricità e la fornitura di acqua”. Inoltre, “sono entrati più camion con aiuti umanitari”, ma “ovviamente è necessario fare di più per migliorare realmente le condizioni di vita della popolazione”.

I tre membri della Commissione delle Nazioni Unite incaricata di indagare sulle violazioni dei diritti umani nello Stato ebraico e nei Territori Palestinesi si sono dimessi, facendo sapere che è giunto il momento di rinnovare l’organismo. Creata nel 2021, è finita più volte nel mirino delle critiche israeliane.

Navi Pillay, 83 anni, sudafricana, che in passato ha presieduto il tribunale internazionale per il Ruanda, ha citato la sua età come motivo del passo indietro. L’australiano Chris Sidoti, 74 anni, ha scritto invece che si trattava del “momento opportuno” per rinnovare la Commissione, mentre l’indiano Miloon Kothari, sulla sessantina, si è limitato a riferire che è stato “un onore” farne parte. Jurg Lauber, presidente del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha chiesto agli Stati membri di proporre nuovi profili entro il 31 agosto.

L’aggressione a Diamond da parte dei coloni israeliani

Jeremy Diamond, un giornalista della Cnn, ha reso noto su X che la sua troupe è stata attaccata dai coloni mentre si trovava in Cisgiordania per documentare la morte di un palestinese-americano di 20 anni, presumibilmente picchiato a morte dagli israeliani nei pressi di Ramallah alcuni giorni fa. “Mentre stavamo seguendo questa storia, io e la mia squadra siamo stati attaccati da coloni israeliani. Il lunotto posteriore del nostro veicolo è stato distrutto, ma siamo riusciti a fuggire illesi”, ha twittato Diamond.

Questo è solo un frammento della realtà che molti palestinesi devono affrontare in Cisgiordania a causa della crescente violenza dei coloni”, ha osservato il cronista. All’inizio di luglio due reporter della Deutsche Welle sono rimasti feriti in un raid da parte di coloni nella stessa zona.


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