Gaza: ore di attesa per gli ostaggi. Gruppi di palestinesi sulla via del ritorno verso casa
Sono ore di speranza e attesa, ma anche di paura in Israele e a Gaza. La tregua, che ha lacerato politicamente l’esecutivo di Benjamin Netanyahu, è ufficialmente iniziata. Dopo momenti di tensione dovuti al suono delle sirene in due comunità israeliane vicino all’enclave palestinese e una raffica di artiglieria delle Forze di difesa di Tel Aviv, sembra essere tornata la calma.
I giornalisti della Cnn nella città di Sderot, nel sud di Israele, hanno detto che i suoni del fuoco di armi pesanti sono cessati intorno alle 7.18 ora locale.
La liberazione degli ostaggi dovrebbe iniziare alle 16. Lo ha riferito il quotidiano israeliano Haaretz. Del primo gruppo dovrebbe far parte Avigail Idan, un bambino americano che oggi compie 4 anni.
Alla domanda sulla possibilità che il piccolo sia tra le persone che rivedranno la luce, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto: “Tengo le dita incrociate”. Secondo il Jerusalem Post, Avigail è stato portato via dal kibbutz Kfar Aza il 7 ottobre durante l’attacco dei miliziani islamisti nel sud di Israele. I suoi genitori, Roee e Smadar Idan, sono stati uccisi, mentre i suoi due fratelli maggiori sono sopravvissuti nascondendosi negli armadi.
Al Jazeera ha appreso che l’Autorità Palestinese ha ricevuto un elenco con i nomi di 39 palestinesi che dovrebbero essere rilasciati oggi, precisando tuttavia che “l’elenco potrebbe non essere quello definitivo”. “Sappiamo per certo che nessuna famiglia palestinese è stata ancora informata se i loro cari saranno o meno tra le persone presenti nella lista”, ha chiarito l’emittente del Qatar.
Tregua non vuol dire fine delle ostilità. “La guerra non è ancora finita. La pausa umanitaria è temporanea. Il nord della Striscia di Gaza è una pericolosa zona di guerra ed è vietato spostarsi verso nord. Per la tua sicurezza, devi rimanere nella zona umanitaria del sud”, ha avvertito il portavoce militare israeliano Avichay Adraee ai civili palestinesi a Gaza, in un messaggio in arabo su X.
Sul web stanno iniziando a circolare filmati che mostrano famiglie palestinesi sulla strada del ritorno verso le loro case nelle aree meridionali della Striscia.
Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha definito il cessate il fuoco una vittoria politica. In un incontro con il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian a Doha, ha affermato che “il cessate il fuoco è una vittoria politica ottenuta come risultato del successo delle forze di resistenza sul terreno. Il nostro nemico ha ucciso donne, bambini e altri civili e ha distrutto le loro case, ma non è mai riuscito a raggiungere i suoi obiettivi”.
Da parte sua, Abdollahian ha sottolineato che “l’obiettivo dell’attacco di Israele a Gaza era quello di distruggere Hamas, ma dopo più di un mese di azioni militari aggressive, Israele e gli Stati Uniti non sono ancora riusciti a farcela e hanno dovuto negoziare con Hamas un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi”.
Torna alle notizie in home