Esteri

Gaza: spunta una nuova ipotesi di accordo tra Israele e Hamas

di Ernesto Ferrante -


Israele ha fatto avere a Hamas una nuova proposta per un accordo che prevede il rilascio di parte degli ostaggi trattenuti da oltre un anno dai miliziani palestinesi nella Striscia di Gaza e l’inizio di un cessate il fuoco nell’enclave. Lo ha rivelato Axios, citando due funzionari israeliani. Secondo gli informatori, il movimento islamico di resistenza sarebbe disposto a compiere passi in avanti.

La bozza, secondo la testata, è stata concordata domenica durante una riunione convocata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu con diversi ministri e responsabili della sicurezza e le basi sono state poi trasmesse agli egiziani, che la hanno poi presentata a Hamas al Cairo tra lunedì e martedì.

Lo Stato ebraico vorrebbe negoziare per arrivare a un cessate il fuoco che durerebbe dai 42 ai 60 giorni (erano 42 nella precedente formulazione) e durante questa fase, stando ad Axios, verrebbero rilasciati tutti gli ostaggi in vita tra donne e uomini con più di 50 anni e le persone in condizioni considerate gravi. Tel Aviv non chiuderebbe alla possibilità di scarcerare centinaia di prigionieri palestinesi, anche condannati all’ergastolo, accogliendo una delle richieste della controparte.

Nella Striscia di Gaza restano cento ostaggi, compresi sette con la cittadinanza americana, e le forze israeliane ritengono che 40, 50 siano ancora vivi. Hamas ha accusato il premier Benjamin Netanyahu di essere “direttamente responsabile” della morte degli ostaggi rapiti durante gli attacchi del 7 ottobre 2023, ribadendo che “non c’è alternativa alla fine dell’aggressione” per ottenere il loro rilascio. Lo riporta il quotidiano “Filastin”, legato alla fazione.

Per il gruppo islamista palestinese, l’esercito israeliano è essere responsabile della morte di sei ostaggi ad agosto. I miliziani hanno sottolineato “il fallimento della teoria di Netanyahu sulla possibilità di liberare i prigionieri con la forza”. “La pressione militare non libera i prigionieri, li uccide”, si legge nella nota.

Le forze israeliane hanno colpito i serbatoi d’acqua dell’ospedale indonesiano nella parte settentrionale della Striscia. Beit Lahia non è operativo a causa della mancanza di carburante, di forniture mediche e di personale paramedico, ma la gente si è rifugiata lì, ha scritto al Jazeera, aggiungendo che nel raid un quadrimotore israeliano ha anche ferito tre persone che si trovavano nelle vicinanze della struttura.

Israele ha respinto il rapporto di Amnesty International che lo accusava. “La deplorevole e fanatica organizzazione Amnesty International ha ancora una volta prodotto un rapporto inventato, completamente falso e basato su menzogne”, ha affermato il ministero degli Esteri israeliano, ribattendo che è l’attacco senza precedenti di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 a dover essere considerato “genocida”. “Israele si sta difendendo, agendo nel pieno rispetto del diritto internazionale”, ha proseguito il ministero.

Media locali palestinesi hanno riferito che “sono scoppiati scontri tra esponenti dei servizi di sicurezza dell’Anp e uomini armati nella città di Jenin”, in Cisgiordania. “Combattenti della Resistenza sono riusciti a prendere il controllo di due veicoli della sicurezza palestinesi in risposta all’arresto di persone ricercate da parte dell’Anp”, su richiesta israeliana.


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