Esteri

GENoroCIDIO

di Martina Melli -


 

I popoli Yanomami che abitanon la più grande e antica riserva indigena del Sud America, sono flagellati da una crisi umanitaria devastante. Una crisi sanitaria e alimentare, causata, negli ultimi 40 anni, dall’invasione illegale dei cercatori d’oro, i “garimpeiros”. Una crisi, i cui segni evidentissimi hanno sconvolto anche il neo Presidente Lula, il quale sabato scorso, accompagnato dalla ministra per i Popoli indigeni Sonia Guajajara e dal ministro della Giustizia Flavio Dino, ha visitato lo Stato del Roraima, il più a nord del Brasile, al confine col Venezuela. “Quello che ho visto qui è disumano” ha affermato dopo essere stato in un centro medico nella zona rurale di Boa Vista. Il Ministero della Salute del neo eletto ha così dichiarato lo stato d’emergenza per queste comunità indigene. Lula ha accusato duramente Bolsonaro: “Più che una crisi umanitaria, un genocidio. Un crimine premeditato contro gli Yanomami, commesso da un governo insensibile alle sofferenze del popolo brasiliano. Adulti che pesano come bambini, bambini che muoiono di malnutrizione, malaria, diarrea e altre malattie. I pochi dati disponibili indicano che almeno 570 bambini sotto i 5 anni hanno perso la vita nel territorio negli ultimi 4 anni, a causa di malattie che potevano essere evitate”. Secondo il reportage dell’agenzia di giornalismo investigativo Publica, rilanciato da Survival International, in Brasile i bambini yanomami muoiono di malnutrizione a un ritmo 191 volte superiore alla media brasiliana. Il garimpo (l’estrazione di oro e diamanti) ha causato tanti diversi impatti irreversibili, mettendo a rischio l’esistenza stessa del popolo Yanomami. Negli anni Ottanta 40mila garimpeiros invasero la riserva distruggendo i villaggi, abbattendo gli alberi, inquinando i fiumi con il mercurio e mettendo in fuga gli animali che gli indigeni erano abituati a cacciare, stuprando le donne, diffondendo malattie e sparando a persone inermi. Nel 1992, poi, il territorio fu demarcato come parco protetto, con l’espulsione dei cercatori d’oro e l’emanazione di cinque condanne per genocidio. Il grave pericolo delle intrusioni illecite però, non è mai stato risolto del tutto, e si è aggravato più che mai durante l’amministrazione Bolsonaro che ha chiuso un occhio per avallare i vasti interessi economici in ballo. Anche il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha annunciato il proprio sostegno alla causa: “L’Unione europea vuole portare infrastrutture a queste persone, dobbiamo creare un futuro per loro, dobbiamo combattere il fatto che siano in condizioni disperate”.

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