A volte ritornano: Gentiloni dall’Ue all’Onu per risolvere la crisi del debito
Gentiloni lascia Bruxelles e vola all’Onu. Che, intanto, ha un grande problema: darsi un senso dopo una serie, clamorosa, di fallimenti (vedi la Cop di Baku, quella prima di Dubai e quella che verrà in Brasile, altro Paese produttore di petrolio con, almeno, il paravento dell’Amazzonia da salvare), scandali (l’agenzia accusata di aver foraggiato Hamas) e scontri internazionali (leggi Israele) che l’hanno messa seriamente in discussione. Pesano, e tanto, sul reale peso politico e diplomatico delle Nazioni Unite le ultime vicende, la tensione geopolitica, l’approccio ideologico slegato dalle reali esigenze di popoli e Stati, il sostegno a cause impopolari (saluti da Greta Thurnberg) con toni apocalittici che manco Savonarola ai tempi belli. Antonio Guterres, il segretario generale Onu, ha deciso di rilanciarsi alla grande. E ha scelto di farlo percorrendo la via che, un tempo, la politica italiana applicava a ogni problema: un’infornata di nomine. Guterres ha nominato un gruppo di esperti che dovranno trovare “soluzioni politiche attuabili” per risolvere “la crisi del debito”. Non potendo disporre di Lorenzo Cherubini alias Jovanotti, essendo ormai passata di mente la sua vecchia hit, “cancella il debito”, Guterres ha puntato sui fantastici quattro. Il primo è Mahmoud Mohieldin, economista egiziano, già ministro ai tempi di Mubarak, ed ex vicepresidente senior di quella confraternita di francescani che è la Banca Mondiale. Il secondo è Trevor Manuel, sudafricano, già ministro all’Economia con Mandela e governi successivi fino al 2014, sotto Zouma. La terza è Yan Wang, ricercatrice accademica presso il Centro per le politiche di sviluppo globale dell’Università di Boston e presso la Global China Initiative. Infine, c’è il quarto ossia Paolo Gentiloni, che sarà pure copresidente dell’organismo Onu che dovrà trovare una soluzione a un problema enorme, come quello del debito, che, quando (almeno tre su quattro) governavano (e lo hanno fatto per lungo tempo), non sono riusciti a trovare. “Il mondo in via di sviluppo sta attualmente affrontando una crisi del debito senza precedenti, con decine di Paesi che stanno lottando sotto il peso del servizio del debito che minaccia la stabilità economica, il progresso sociale e lo sviluppo sostenibile. Eppure, fino ad oggi, la risposta globale è stata insufficiente”, sottolinea l’Onu. Invece questa….
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