Gergiev: De Luca non arretra, il russo ebbe un titolo da Ciampi
Su questi ed altri clamorosi dettagli, un articolo ne L'identità in edicola domani
Il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca torna a commentare la scelta del festival “Un’Estate da Re” previsto con un concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev il prossimo 27 luglio nella Reggia di Caserta, confermando la sua decisione di non cancellare il concerto di Gergiev, difendendo la libertà dell’arte e il dialogo anche con chi è vicino a Putin e respingendo le accuse di complicità con il Cremlino, sostenendo che la sua regione è impegnata da anni per la pace e contro ogni forma di censura culturale.
Gergiev scelto da un fedelissimo di De Luca
La scelta di Gergiev è stata fatta da Antonio Marzullo, da tempo direttore della rassegna casertana e vertice del Teatro Verdi di Salerno, che il quotidiano campano Corriere del Mezzogiorno definisce “fedelissimo di De Luca”. Marzullo ha difeso la sua decisione, circoscrivendola al campo culturale e artistico e rilanciando la palla proprio a De Luca: “Non discuto altro, non è di mia competenza”.
Il sindaco Sala non fece dirigere Gergiev a Milano
Gergiev non è nuovo a polemiche in Italia. Nel 2022 il sindaco Beppe Sala gli chiese a Milano una “distanza dalla guerra”, non l’abiura di Putin. Il direttore rifiutò e fu escluso dalla direzione de “La Dama di Picche”.
Un caso internazionale
Il caso del direttore d’orchestra russo è ormai un caso internazionale: non è improbabile che in Campania De Luca ne faccia un uso perfino collegato alle sue personali vicende politiche e all’assenza di chance e possibilità per tornare a candidarsi alle regionali del prossimo novembre.
Appendice interna della vicenda, la notizia emersa oggi del riconoscimento concesso dall’allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi a Gergiev nel 2001, il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Un fatto evidentemente ignoto ai tanti che, nel campo della politica, in questi ultimi giorni stanno partecipando al “teatrino” delle dichiarazioni. Senza chiedere, per esempio, al Quirinale che siano valutate tutte le possibili procedure affinché questo titolo gli sia tolto.
Su questi ed altri clamorosi dettagli, sarà pubblicato un articolo ne L’identità di domani in edicola.
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