Germania: Friedrich Merz accusato di razzismo
Merz ha parlato chiaro: troppe zone urbane vivono un disagio crescente, tra degrado e paura
Merz
Germania in fermento. Le parole del cancelliere Friedrich Merz hanno acceso una miccia che covava da tempo, quella del rapporto tra sicurezza, immigrazione e libertà nelle città tedesche. La Germania si trova a un bivio, e la questione non riguarda solo la politica, ma la vita quotidiana delle persone, il modo in cui si percepiscono le proprie strade e la propria identità.
Città sotto pressione
Merz ha parlato chiaro: troppe zone urbane vivono un disagio crescente, tra degrado e paura. Nelle stazioni, nei parchi e nelle piazze si muovono migliaia di irregolari, uomini e donne senza documenti, spesso ai margini di tutto. “Molti di loro determinano l’immagine pubblica delle nostre città”, ha spiegato il cancelliere, evidenziando come questo alimenti timori concreti tra residenti e turisti.
Il suo messaggio non è passato inosservato: in molti lo hanno accusato di discriminazione, ma lui ha replicato con una frase destinata a restare — «Chiedete alle vostre figlie cosa intendevo dire».
Tra accuse e realtà
La bufera mediatica non si è fatta attendere. Alcune testate hanno gridato al razzismo, ma una parte del Paese ha interpretato le parole di Merz come un invito al coraggio e al realismo. “Non si tratta di colore della pelle, ma di rispetto delle regole”, ha detto una giovane donna intervistata da Stern.de, raccontando la sua paura di muoversi di notte in centro.
Altre testimonianze parlano di disagio culturale, di donne che si sentono vulnerabili o in colpa per esprimere le proprie paure.
Una domanda che brucia
La Germania si interroga: può davvero dirsi libera una nazione in cui le sue donne hanno paura di camminare per strada? Merz ha sollevato un tema che tocca corde profonde, forse scomode, ma inevitabili. Tra accuse, coraggio e contraddizioni, la risposta resta aperta — e attraversa tutta l’Europa occidentale.
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