Editoriale

GHIGLIOTTINA – Dal naufragio sul lago alla spy story internazionale

di Frida Gobbi -


Un destino segnato purtroppo fin dal nome (orribile) – “Good… uria” -, quello della barca che si è rovesciata sul Lago Maggiore con a bordo una specie di rimpatriata di agenti dell’intelligence italiana e israeliana. Nel disastro della house-boat, a quanto pare dovuto a vento e grandine, hanno perso la vita quattro persone: due membri dei servizi italiani, un membro del Mossad israeliano ormai in pe sione e una donna russa, moglie del proprietario della barca. Il battello poteva ospitare massimo 15 passeggeri ma a bordo ce n’erano nove in più. Non si capisce se sull’imbarcazione sia avvenuto uno scambio di documenti. Ufficialmente c’è stata una festa. Il proprietario della barca intanto, come da procedura, è stato indagato per naufragio e omicidio colposo. Il carico eccessivo e il maltempo avrebbero contribuito a ribaltare l’imbarcazione, difficile da manovrare. I superstiti però sono spariti in tutta fretta: gli israeliani, già la mattina dopo, erano su un volo militare verso Tel Aviv. Idem gli agenti italiani, evacuati rapidamente dai pronto soccorso e dagli hotel tra Sesto Calende e la Malpensa, dove non risulta traccia del loro pernottamento. Nella migliore tradizione italica, ora si scatena la fantasia di chi ci vuole vedere una spy story: gli agenti dovevano forse espatriare qualcuno, ora sparito? D’altronde a nord il lago arriva in Svizzera. In ogni caso, altro che “Good… uria”.


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