GHIGLIOTTINA
Lo scandalo del caffè a 20 euro ma c’è il rischio che finisca così
Quel ramo (d’oro) del lago di Como – parafrasando due celebri libri: in un bar del centro una turista prende un caffè doppio e una bottiglietta d’acqua e le rifilano un conto di venti euro. “Venti euro per un caffè, ma siamo a Como o a Capri?”, obietta la signora esterrefatta. La replica dell’esercente è secca e stizzita: “I prezzi qui sono questi, chi non se li può permettere vada da un’altra parte…”. Poi a scanso equivoci aggiunge: “Non è arroganza, è una cosa legata alla prestazione che stiamo vendendo”. Un caffè doppio e un’acqua naturale – provate a immaginare il prezzo della prestazione in caso di brioche posizionata con tanto di pinza sul piattino… Un bonifico! La malcapitata cliente ha pubblicato sui social il famigerato scontrino, scatenando la polemica. Ma i bar delle località turistiche puntano sulla “crepa” al turista di turno, non a fidelizzare. Non ci tengono al ritorno della vittima nel bar, statisticamente pressochè impossibile, a prescindere dai prezzi (peraltro spesso esposti in bella mostra). In tanti online hanno commentato che è un’indecenza, che è vero che Como non è Capri (quindi a Capri è giusto pagare 20 euro? Fateci capire…). Ma il punto è un altro: con il carovita senza freni il rischio di dover pagare sempre di più per un semplice caffè c’è ovunque, a prescindere dalla bellezza del luogo.
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