Ambiente

GIÀ A SECCO

di Angelo Vitale -


Ancora un tavolo, che si riunirà però la prossima settimana. E i media subito lo definiscono una taskforce per l’emergenza siccità. A proposito, ma che fine ha fatto quella struttura messa in piedi dall’allora ministro Roberto Cingolani tra la perimavera e l’estate 2022? Ora, Cingolani è entrato nel cda di Industrie De Nora, la multinazionale partecipata da Snam. E i membri della sua taskforce sull’emergenza siccità saranno tornati a fare altro, senza aver partorito nessuna iniziativa concreta. Chi si occupa di siccità nelle stanze del ministero oggi guidato da Gilberto Pichetto Fratin? Sono passati più di quattro mesi dall’insediamento del Governo Meloni e, sulla carenza idrica che assale il Centro Nord e in generale tutto il Paese, siamo ancora alle dichiarazioni e ai tavoli. Le parole del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancrlo Giorgetti che annunciavano un piano si sono confermate solo parole, nonostante un interesse datato di Giorgetti per l’acqua – “l’oro bianco”, lo chiamava – che risale a quando faceva il segretario del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi con Giuseppe Conte.
A che stiamo? E’ stato costituito “un Tavolo di lavoro sulle crisi idriche, al quale parteciperanno la prossima settimana il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, la viceministra Vannia Gava, il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli”. Com’è vero che anche dentro il Governo Meloni non c’è chi conosce il cuore vero di questo problema. E non si preoccupa nemmeno dei telegionali che snocciolano numeri e trasmettono immagini di fiumi e laghi al collasso.
A che stiamo? Risponde, come ogni settimana, l’Anbi, che riunisce i Consorzi di bonifica e di gestione del territorio. Le campagne sono incolte, i rubinetti sono a secco. Oltre 3 milioni di italiani sono a rischio siccità. “Non diamo per scontata l’acqua dai rubinetti”, dice il presidente Francesco Vincenzi. E subito precisa che la crisi idrica non è solo un problema agricolo. Secondo il Cnr una percentuale fra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti ad una siccità severa od estrema. Non solo: l’assenza di pioggia a febbraio torna a fare intravvedere lo spettro della siccità anche lungo le zone tirreniche dell’Italia centrale.
“Dati alla mano, è la dimostrazione del clamoroso errore, che fa chi ritiene la siccità un problema prettamente agricolo, pur essendo il settore primario e la sovranità alimentare, i primi ad esserne minacciati”, aggiunge Vincenzi. Ma il problema è comunque agricolo, se solo si sente la voce degli agricoltori. In Piemonte, fin dall’anno scorso, le produzioni cerealicole sono state minacciate, in alcuni campi dimezzate. E a Fiera in Campo, la maggiore rassegna del settore, il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà intitola un convegno alla siccità vedendo il comparto risicolo esposto ormai alle massicce importazioni da Cambogia e Birmania. Proprio un bel fiore all’occhiello, per la Sovranità Alimentare Nazionale.
Cosa altro da registrare? La proposta del ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci: “un sano e realistico piano di razionamento”. Quello che Cingolani suggeriva quasi un anno fa. E il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che trasferisce a tutto il Paese la consapevolezza di Giorgia Meloni circa l’urgenza della crisi idrica. Quanto ancora aspetteremo, per una manovra rapida ed efficace?

Torna alle notizie in home