Economia

Giappone, un bond “Green Economy” per finanziare progetti nucleari

Il premier Kishida: “Il nuovo debito raccoglierà fondi per la transizione energetica”

di Alessio Gallicola -

Fumio Kishida PRIMO MINISTRO GIAPPONESE


Il Giappone prevede di utilizzare il suo nuovo tipo di debito sovrano per finanziare un’ampia gamma di progetti volti a ridurre le emissioni, puntando forte sul nucleare.
Nei giorni scorsi il primo ministro Fumio Kishida ha proposto un “bondaggio per la trasformazione dell’economia verde” con l’obiettivo di raccogliere fino a 20 trilioni di yen (157 miliardi di dollari) per contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici. Un “green bond” che permetta di superare i paletti posti dagli strumenti finanziari standard, che limitano anche l’uso dei proventi.

Il ministero dell’Economia, Commercio e Industria, incaricato di progettare una strategia per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni, ha annunciato che quest’estate il governo inizierà a considerare un quadro specifico per l’obbligazione.
A corto di risorse, il Giappone mostra di considerare l’energia nucleare come elemento necessario nel suo percorso di transizione dai combustibili fossili, nel bel mezzo di una discussione globale sulle motivazioni che potrebbero portare questa tecnologia ad essere considerata sostenibile. L’aumento dei prezzi delle fonti fossili e dell’energia elettrica riaccende, dunque, in maniera clamorosa l’interesse per l’atomo in Giappone, un’enorme inversione di tendenza per un Paese che un decennio fa ha subito un autentico tracollo con la chiusura temporanea della sua flotta di reattori.

Gli analisti sostengono che a spingere il governo verso la strada del nucleare “verde” siano stati i colloqui, diventati più frequenti negli ultimi tempi, di Kishida con i leader dell’Unione europea, che nella sua nuova tassonomia verde, il libro mastro delle tecnologie che possono essere considerate sostenibili, ha inserito, oltre al gas naturale, proprio il nucleare. Restano, però, da superare le preoccupazioni di politici e investitori rispetto al rischio di confusione che potrebbe essere ingenerata nei mercati finanziari, ancora incerti sulla reale definizione di risorsa verde.

Il Giappone deve ancora definire i suoi piani per ridurre, entro il 2030, le emissioni del 46% rispetto ai livelli del 2013 e raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050. La discussione in seno all’esecutivo di Kishida è stata avviata da mesi e negli ultimi tempi sembra essersi orientata, come conferma il ministro dell’Ambiente Tsuyoshi Yamaguchi, proprio verso il ricorso all’emissione di una nuova forma di titoli di Stato. Una misura strategica, utile per finanziare investimenti in tecnologie innovative che aiuterebbero il Paese a raggiungere gli obiettivi.

Il dossier era nelle mani dello staff del premier già dallo scorso anno ed ora è in via di definizione, compresi il nome del nuovo debito sovrano e la struttura per l’obbligazione. Negli ultimi giorni il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki ha assicurato che mancano solo i dettagli su come finanziare gli sforzi di decarbonizzazione, in ogni caso il governo è orientato a giungere a una conclusione entro la fine dell’anno.


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