Attualità

Giorgetti, i debiti e le nuove dismissioni di Stato

di Cristiana Flaminio -


Troppi debiti tolgono il sonno a Giancarlo Giorgetti. Il ministro all’Economia ha una manovra da fare. E tutto ciò che poteva andar male, purtroppo per lui, lo ha fatto. Per Giorgetti, già afflitto dal mal di pancia da Superbonus e dall’emicrania di quei tassi che la Bce spinge sempre più in alto, la via è stretta e le risorse a disposizione sono poche. Ma le scadenze restano. Il debito pubblico va affrontato. Giorgetti, nella prefazione della nuova nota di aggiornamento al documento di economia e finanza dello Stato, ha trovato una soluzione. Che, in fondo, è sempre la stessa. Dismettere.

Se del caso, anche qualche gioiello di famiglia. Ridurre i debiti, ha scritto Giorgetti, “sarà possibile attraverso la dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un’opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico”. Ma non sarà un liberi tutti e nemmeno una riedizione della stagione di liberalizzazioni selvagge come le abbiamo conosciute negli anni ’90. “Il governo ha in programma non solo di dismettere asset, ma anche di acquisire partecipazioni strategiche in settori chiave per la modernizzazione e digitalizzazione della nostra economia, quali le reti di telecomunicazione, nonché di adottare politiche innovative per lo sviluppo delle infrastrutture”.

Il volume delle dismissioni, però, sarà ragguardevole: “Il nuovo scenario programmatico prevede proventi da dismissioni pari ad almeno l’1 per cento del Prodotto interno lordo nell’arco del triennio 2024-2026”, si legge nella Nadef. Lo scenario, dunque, sembra segnato. Per il governo, a complicare, e non poco, i conti dello Stato sono stati gli effetti del Superbonus e gli aumenti dei tassi. Solo questi ultimi impongono all’esecutivo di sganciare qualcosa come 14-15 miliardi in più di interessi. Troppi debiti, per Giorgetti. E per l’Italia.

 

 


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