Cultura & Spettacolo

Giorgia è già pronta al tour: “Canterò parole dette male”

di Nicola Santini -


È tornata al Festival di Sanremo dopo ventidue anni, dopo aver letteralmente incantato il pubblico con brani entrati nella storia della musica italiana come “E poi”, “Come saprei”, “Di sole e d’azzurro” e “Strano il mio destino”. Questa volta, Giorgia è salita sul palco dell’Ariston con “Parole dette male”, una canzone sulla capacità di lasciare andare, contenuta all’interno del nuovo album “BLU¹”, pubblicato negli scorsi giorni su etichetta Microphonica/Columbia e distribuito da Sony Music, a sette anni dall’uscita di “Oro nero, certificato Doppio Platino per le oltre 100mila copie vendute.
“BLU¹”, che comprende anche il singolo “Normale” pubblicato lo scorso 4 novembre, rappresenta il nuovo corso professionale di una delle voci italiane più apprezzate del panorama musicale internazionale, che pur rimanendo fedele alle sue origini pop e soul sono si tira certo indietro quando si tratta di sperimentare altri generi ed esplorare nuove sonorità.
Giorgia, come è nato il brano?
“Parole dette male, per come la sento io, racconta la capacità del saper lasciare andare. Ci sono dei momenti della vita che sono finiti, ma bisogna aver la capacità di smettere col passato e di vivere quello che c’è davanti. Insomma, bisognerebbe più proiettarsi verso il futuro che soffermarsi troppo sul passato. Tra l’altro, colgo l’occasione per precisare che “Parole dette male” non è dedicata ad Alex Baroni, visto è una domanda che in tanti mi hanno posto. Questa è una bella canzone che mi è arrivata e, dopo averla ascoltata attentamente, l’ho trovata adatta a me.
Cosa ti aspettavi dalla partecipazione al Festival di Sanremo?
Mi aspettavo soprattutto emozioni e devo riconoscere che sono arrivate. Certo, mio figlio Samuel non ha cambiato idea su Lazza, continuando fino all’ultimo a fare il tifo per lui (ride, ndr).
Cosa ti ha spinto a rimetterti in discussione, gareggiando tra i Big al Festival?
Devo ammettere che è stata decisiva la capacità persuasiva di Amadeus. Io non ho chiesto il resto quali altri artisti avesse invitato e, allo stesso tempo, lui è stato molto riservato. Dialogando con Amadeus, con il passare del tempo mi ha fatto pensare a delle cose a cui non avevo pensato in un primo momento. Per esempio, che una mia partecipazione potesse essere percepita come un atto di vicinanza verso il pubblico che mi ha sempre seguita, ma anche verso chi non aveva ancora avuto modo di conoscermi. A quel punto, visto che la canzone l’avevo già trovata e anche l’album lo avevo già pronto per l’uscita, ho scelto di tornare a gareggiare.
Nella serata dei duetti, hai deciso di puntare su Elisa, una collega che è anche una tua amica. Come mai la scelta è ricaduta su di lei?
Quello di poter condividere con Elisa un’esperienza di questo tipo è stato dettato da un pensiero istintivo. Cantare con lei è bello, emozionante e stimolante. Musicalmente, Elisa, è qualcosa di ricco che mi nutre. E poi, è stato anche un modo per festeggiare un nostro anniversario, visto che nel 2001 avevamo partecipato al Festival lei con “Luce” e io con “Di solo e d’azzurro”. Quando lei ha accettato il mio invito a duettare, subito dopo le ho proposto anche con quali brani mi sarebbe piaciuto e cioè proprio con “Luce” e “Di sole e d’azzurro” ma poi, dopo appena 2 minuti, mi sono pentita. Questo, perché, sono due canzoni molto difficili…
Il nuovo album “BLU¹” è uscito lo scorso 17 febbraio. Come si inserisce nella tua lunga discografia?
“BLU¹” è uno sguardo nel profondo attraverso le emozioni, a volte tiranne, attraverso le paure che spero conducano alla coscienza. Ed è il viaggio dalla ragione verso la misteriosa leggerezza del cielo che ha sempre una risposta. “Blu” è il cielo di notte, è il momento in cui si può maggiormente notare che c’è qualcosa che non finisce. Abbiamo sempre lo sguardo verso il basso, ma dobbiamo sollevarlo un po’ più spesso verso l’alto.
Nel frattempo, cresce l’attesa per il tuo nuovo tour. Quali saranno le più importanti novità?
Partendo dal presupposto che di solito il pop non va nei teatri lirici, questa volta ho deciso di inserire anche questo tipo di location nella tournée perché mi piace la bellezza che si riesce a respirare. Più avanti, naturalmente, tornerò a cantare pure nei palazzetti.

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