Politica

Giorgia Meloni mette le europee nel mirino

di Giuseppe Ariola -

Giorgia Meloni


Giorgia Meloni si è esposta in prima persona sugli obiettivi di Fratelli d’Italia alle prossime elezioni europee, alle quali mancano ormai meno di tre mesi. “Una vittoria sarebbe confermare i voti che mi hanno portato a Palazzo Chigi un anno e mezzo fa”, ha sostenuto ieri ad Agorà la presidente del Consiglio. Prudenza o strategia? Probabilmente entrambe le cose perché, se è vero che, come ha ricordato, è “una cosa non facile, non accade spesso che dopo un anno e mezzo si possa confermare quel consenso”, è altrettanto vero che riuscirci e, magari, addirittura migliorare quel risultato che è già stato un successo enorme, da un lato rafforzerebbe il governo e, dall’altro, confermerebbe il ruolo di Fratelli d’Italia nel centrodestra. Ecco che, quindi, la conferma di quel 26% di consensi raccolti alla fine di settembre 2022 per Giorgia Meloni diventa “un obiettivo al quale punto” per l’appuntamento delle europee di giugno 2024.

Di certo il delicato dossier delle candidature per Bruxelles è attenzionato ai massimi livelli, tanto che lo spulcio dei nomi è nelle mani del responsabile dell’organizzazione del partito Giovanni Donzelli che si sta dedicando in maniera certosina alla composizione delle liste. Dopo le indicazioni provenienti dalle regioni sulla rosa dei candidati per ciascuna circoscrizione, la palla passa dunque agli uffici di via della Scrofa da dove dovrà arrivare il via libera definitivo all’ufficializzazione delle liste.

Sul tavolo resta poi il nodo della candidatura della Meloni, non ancora sciolto, benché diversi segnali facciano immaginare un suo impegno in prima persona. Innanzitutto, la numero uno di Fratelli d’Italia gode del sostegno incondizionato di tutto il partito. Circostanza non da poco che la agevolerebbe anche in caso di un confronto diretto con la potenziale diretta concorrente Elly Schlein che poco tempo fa, invece, è stata vittima del fuoco amico del suo stesso partito sull’eventualità di candidarsi come capolista in tutte le circoscrizioni. Una folta rappresentanza femminile dem ha infatti chiesto ufficialmente alla segretaria di non togliere il posto ad altre donne. Inoltre, per centrare l’obiettivo di eguagliare o migliorare il risultato delle politiche, una discesa in campo del volto che ha portato il partito da poco più del 4 al 26%, riuscendo a diventare il primo presidente del Consiglio donna, appare come un tassello fondamentale.


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