Attualità

Giornata contro l’omofobia: un pretesto per imporre il gender a scuola?

Allarme dell’associazionismo familiare su una circolare del ministero dell’Istruzione. Fratelli d’Italia: “Il ddl Zan, fatto uscire dalla porta in Parlamento, rientra dalla finestra”

di Federico Cenci -


Nel mare magnum di giornate mondiali e internazionali, trova spazio domani, 17 maggio, anche quella contro “l’omofobia, la bifobia e la transfobia”. Per l’occasione il ministero dell’Istruzione ha diffuso nei giorni scorsi una circolare destinata ai docenti e alle scuole di ogni ordine e grado. Il dicastero invita per la ricorrenza “a creare occasioni di approfondimento con i propri studenti sui temi legati alle discriminazioni, al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, nell’ambito dei principi nazionali e internazionali”.

Poche righe che agitano lo spettro dell’ideologia gender nelle scuole. A lanciare l’allarme in questo senso sono ProVita & Famiglia e Articolo 26. In un comunicato congiunto le due associazioni chiedono “rassicurazioni” al ministero sul fatto che l’approfondimento in questione “sia un momento per educare al rispetto della dignità di ciascuno”, senza tuttavia trasformarsi “nell’occasione per far entrare nelle scuole temi discutibili e divisivi” come “identità di genere, identità fluida, transizione, carriera alias, utero in affitto, cosiddette famiglie omogenitoriali, Ddl Zan, e ogni altro tema che lambisca sensibilità non unanimi”. Del resto, come ricordano ProVita & Famiglia e Articolo26, la nota ministeriale n. 1972 del 15 settembre 2015 rileva che “tra i diritti e i doveri e le conoscenza da trasmettere non rientrano in nessun modo né ‘ideologie gender’ né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo”.

Le due associazioni si rammaricano, inoltre, che la comunicazione del ministero dell’Istruzione sul 17 maggio non abbia contemplato il consenso preventivo informato dei genitori o degli alunni se maggiorenni, come imporrebbe un’altra nota ministeriale, quella n. 19534 del 20 novembre 2018. Nel comunicato si chiede dunque di porre rimedio fornendo a tutti i genitori, “con congruo anticipo”, opportuna e dettagliata informativa sugli argomenti da affrontare in risposta alla circolare del ministero e i requisiti professionali degli esperti esterni eventualmente presenti. Non solo: le due associazioni chiedono sia data ai genitori possibilità di esprimere formalmente il proprio consenso/dissenso e che sia previsto un preventivo confronto con gli stessi.

Il dibattito sulla giornata di domani rievoca quello sul ddl Zan. Infatti uno degli articoli maggiormente contestati, il 6, prevedeva nel suo comma 3 l’organizzazione di “cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile, anche da parte delle amministrazioni pubbliche e nelle scuole” per celebrare la Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. E dopo roventi polemiche che hanno attraversato la società italiana, il ddl Zan è stato bocciato in Senato e si trova oggi in una fase di stallo parlamentare, in attesa che venga riformulato nella sua parte più criticata relativa al rischio di infiltrazioni gender nella scuola. Dunque la circolare del ministero dell’Istruzione rischia di diventare, come ha ricordato una nota di Fratelli d’Italia, “un tentativo inaccettabile di far rientrare dalla finestra quello che il Parlamento italiano ha fatto uscire dalla porta”.


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