Editoriale

Giorni contati per le toghe rosse

di Adolfo Spezzaferro -


La riforma per una giustizia più giusta è stata approvata all’unanimità dal Cdm. Ci sono voluti trent’anni e Silvio Berlusconi, il perseguitato numero uno delle toghe rosse, non ha potuto vedere realizzato il suo grande sogno ma l’Italia è a un punto di svolta epocale. Via la politica dalla magistratura, basta “degenerazioni correntizie” nel Csm. Il cittadino non si dovrà più sentire perseguitato, anche e soprattutto grazie alla riforma più importante, quella della separazione delle carriere tra pm e giudici. Il nuovo sistema di sorteggio dei componenti del Csm (che si fa doppio) e l’introduzione dell’Alta corte disciplinare, che avrà il compito di esprimersi sugli illeciti dei magistrati, sottraendo questa attività al Csm, daranno ai cittadini maggiore fiducia in una giustizia finalmente giusta. Non a caso l’Anm, il sindacato delle toghe, si straccia le vesti – “il governo vuole punire i giudici” – e sta valutando se indire uno sciopero. Ma questo cambiamento epocale è voluto fortamente dai cittadini, appunto, che hanno votato il centrodestra anche per vedere riformata la giustizia. Se ne facciano una ragione le toghe politicizzate: per loro i giorni sono contati. È solo questione di tempo infatti, perché la maggioranza ha tutti i numeri per far passare la riforma in Parlamento. Sta per divenire realtà “il sogno di Silvio Berlusconi. E un sogno per i cittadini italiani, non per la persona”, dice il ministro degli Esteri e leader di FI Antonio Tajani. “Quella della giustizia è una riforma giusta, necessaria, storica”, afferma con orgoglio la premier Giorgia Meloni in un video diffuso sui social. “Continueremo così, perché in questa Nazione le cose che non funzionano bene vanno cambiate. E più cercheremo di cambiarle più le forze della conservazione si muoveranno contro di noi. Ma non abbiamo paura, siamo qui per fare quello che va fatto. E alla fine di questo lavoro saranno i cittadini a giudicarci”. Parola di Giorgia. E finora abbiamo visto che alle sue parole (per fortuna) seguono i fatti.


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