Il boss Giovanni Brusca torna libero
Giovanni Brusca è un uomo libero. Come riporta Ansa, alla fine di maggio scorso sono finiti i quattro anni di libertà vigilata cui era stato sottoposto dai magistrati di sorveglianza. Scontata quest’ultima pena, il boss di San Giuseppe Jato è tornato in libertà. In tutto ha scontato, prima della libertà vigilata, circa venticinque anni di carcere. Un quarto di secolo. Accusato, e ritenuto colpevole, di aver commissionato, ordinato e personalmente eseguito decine di omicidi. Tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo che aveva solo dodici anni quando fu rapito da un maneggio di Villabate nel Palermitano, il 23 novembre del 1993, per costringere il padre Santino a ritrattare le sue rivelazioni agli inquirenti sui casi di Capaci e gli affari della mafia. Un incubo durato venticinque mesi, al termine del quale il ragazzino fu ucciso e il suo corpo, nel gennaio del 1996, finì sciolto nell’acido. Giovanni Brusca è stato indicato come l’uomo che ha pigiato il pulsante del detonatore che innescò l’esplosione a Capaci. La strage sull’autostrada in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Adesso, Brusca è un uomo libero. S’è pentito anche lui, dopo una prima collaborazione flop ha deciso di collaborare attivamente alla giustizia.
Adesso, lontano dalla Sicilia e sotto falsa identità, vivrà la sua vita in libertà. Lontano dal passato e dalle polemiche che sicuramente una notizia del genere scatenerà in lungo e in largo in tutto il Paese.
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