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Giubileo dimenticato

di Eleonora Ciaffoloni -

RINO FISICHELLA VESCOVO CON IL LOGO DEL GIUBILEO DEL 2035


Le lancette verso il Giubileo 2025, con inizio programmato il 24 dicembre 2024, cominciano a scattare a un ritmo che sembra sempre più veloce: non è questione di fisica, ma è la conseguenza di uno stallo che potrebbe costare a Roma un fallimento su tutti i fronti. Eppure, il preavviso non è stato di certo sorprendente: la cadenza venticinquennale del Giubileo è ormai nota da un tempo immemore, ma nella capitale questa scadenza non sembra essere considerata. Tra i 135 progetti messi in campo – relativi a cantieri, strade, palazzi – e i 335 interventi per il “decoro del patrimonio culturale”, ne sono attualmente in atto un numero lievemente preoccupante ai fini della realizzazione: zero. Dall’ultimo Giubileo ordinario datato 2000 i governi e le organizzazioni hanno avuto un certo margine di intervento e soprattutto, a partire dal 2020, sono stati anche stanziati dei fondi in vista del grande evento: in cassa ci sono circa due miliardi di euro destinati alla ricorrenza – da spendere entro e non oltre la fine del 2024 – più altri 8,2 miliardi provenienti dal Pnrr – questi in scadenza nel 2026 – destinati alla mobilità e al turismo della città di Roma. Un numero di interventi ampio, sicuramente più importante dell’ultimo Giubileo targato Francesco Rutelli: dai 350 cantieri totali di inizio millennio, ora se ne contano quasi 500, con un quadro complesso, ma governato sempre da Maurizio Pucci già coordinatore dei cantieri per il Giubileo del 2000 ed ora delegato del commissario straordinario per l’edizione del 2025. Ora mancano meno di due anni al giorno “X” e se i fondi e i cantieri partiranno, si vivrà in una città cantiere: il sottopassaggio a Porta Pia, il sottovia a piazza Risorgimento, la manutenzione straordinaria delle linee A e B della metropolitana, i nuovi mezzi Atac e una nuova linea dei tram, ma anche interventi di sicurezza, recupero ambientale e sviluppo della sostenibilità. Mole di lavoro sproporzionata rispetto alle tempistiche, su cui Pucci si dice preoccupato: “Abbiamo iniziato a scrivere il Dpcm” dice “ma solo nel momento in cui il Dpcm sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale potremo dare il via formalmente alle progettazioni”. Il Dpcm che dà il via all’organizzazione è però relativo ai soli fondi del Pnrr, quindi si aprono gli interrogativi intorno ai motivi per cui alcuni interventi non siano già partiti con i fondi messi a disposizione. La fase burocratica e più complessa passa quindi al Commissario, il sindaco Roberto Gualtieri, che invece si dice positivo: “Siamo fiduciosi che a giorni si concluda positivamente l’approvazione del Dpcm sul Giubileo, un passaggio importante per poter utilizzare le risorse”. Un passaggio però anche urgente, visti i tempi stretti. Eppure, le prime mosse del Governo Conte per il giubileo erano state registrate nel novembre di due anni fa, quando con il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti e il delegato vaticano Monisgnor Rino Frischella erano state poste le prime linee guida in vista 2025 e stilata una prima bozza di agenda. Tuttavia, le buone e anticipate intenzioni non hanno seguito il flusso dei governi: Conte al termine del suo secondo mandato aveva lasciato al suo successore Mario Draghi un “tavolo istituzionale” che era stato introdotto alla fine del 2020 con la legge di Bilancio, da cui erano stati “prelevati” a un paio di milioni di euro. Difatti, attorno al “tavolo istituzionale” Giuseppe Conte non si è mai seduto: l’inaugurazione si data al 15 luglio 2021, quando ad aprirlo, insieme al suo sottosegretario Roberto Garofoli, è stato l’allora premier Draghi. L’ex Bce ha stanziato 1,335 miliardi di euro per la pianificazione e la realizzazione delle opere destinate al Giubileo e altri 110 milioni lato accoglienza dei pellegrini che arriveranno a Roma da ogni parte del mondo. Inoltre, Draghi, a differenza delle precedenti amministrazioni, ha preferito affidare le “dotazioni finanziarie” a una società di scopo interamente controllata dal ministero dell’Economia denominata “Giubileo 2025” e ha costruito una cabina di regia per la “verifica semestrale del grado di attuazione degli interventi”. Uno strumento però inutilizzato, poiché nessun lavoro ha ancora preso il via. Per riprendere il filo e lasciare qualche segno di vita al nuovo Governo Meloni, Draghi nei primi giorni di settembre ha deciso di riesumare il “tavolo istituzionale” attorno al quale è stato rivisto lo schema degli interventi e delle opere per il Giubileo: manutenzione, mezzi di trasporto e mobilità, illuminazione, parcheggi, pavimentazioni, sanpietrini e chi più interventi ne ha ne metta. Nonostante questo, ad oggi nessun mattone è stato posato verso il 2025. Un piccolo accenno si è avuto lo scorso 10 novembre quando gli uffici del Tesoro e la Ragioneria Generale hanno ricevuto il “programma dettagliato” da Gualtieri. Manca ancora però la fatidica firma del Dpcm, che dovrebbe arrivare a giorni. Una volta chiuso il capitolo burocratico però, non ci saranno più scuse a giustificare l’impasse e con estremo ritardo si dovrà iniziare la corsa ad ostacoli su Roma. Visto che si parla di Giubileo, la speranza è quella di un miracolo.


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